2016-07-14 13:55:00

Ucraina: Donbas senza pace. Prosegue conflitto tra Kiev e separatisti


"Il numero delle vittime" del conflitto nel Donbass "tra la popolazione civile sta crescendo”. E’ la denuncia lanciata dal rappresentante speciale dell'Osce in Ucraina, Martin Sajdik, dopo un incontro del Gruppo di Contatto a Minsk. E la guerra, definita a bassa intensità, nell’est dell’Ucraina sarà tra i temi dell’incontro di questa sera a Mosca tra il Segretario di Stato Usa Kerry e il Presidente russo Putin. Marco Guerra:

Nei territori del Donbas non passa giorno senza che si registrino vittime. Solo nelle ultime 24 ore sono stati uccisi un civile e un soldato ucraino, almeno sei i feriti. La perdita di vite umane è dovuta a scontri tra l’esercito regolare ucraino e le milizie di separatisti filo-russi, ma anche a colpi di artiglieria pesante su obbiettivi civili.  Alta anche l’attenzione della diplomazia internazionale sulla crisi ucraina. Ieri la telefonata tra Putin, Holland e Merkel e il consiglio Nato-Russia a Bruxelles. Putin di nuovo impegnato stasera a Mosca il Segretario di stato Usa Kerry. Per un’analisi sentiamo Danilo Elia dell’Osservatorio Balcani e Caucaso: 

R. – Possiamo dire che la guerra nel Donbass non è mai finita; si è trasformata in un conflitto  a bassa intensità all’indomani degli accordi di pace di ormai un anno e mezzo fa, sicuramente con cicli di alti e bassi, ogni volta che le tregue venivano violate con più veemenza e rinnovate. Ma parliamo di una zona di guerra, parliamo di un territorio in cui si continua a sparare quotidianamente, anche con armi pesanti, anche con artiglieria vietata nella fascia demilitarizzata, stando agli accordi di pace stessi - gli osservatori dell’Osce, quasi quotidianamente, rilevano l’utilizzo appunto di artiglieria pesante o anche di lanciamissili multipli - e, soprattutto, tristemente, è un conflitto che ci fa leggere ogni giorno bollettini di morte, di vittime tra i militari, ma anche tra i civili, fortunatamente – verrebbe da dire – non con i numeri più elevati di un anno e mezzo fa, di due anni fa, ma pur sempre con uno stillicidio quotidiano.

D. – Dove si continua a combattere e quali sono gli schieramenti che continuano a contrapporsi?

R. – I combattimenti avvengono, da quello che ci è dato sapere, lungo un po’ tutta la cosiddetta linea di contatto o linea di fruizione, che altro non è che il confine di fatto tracciato dagli accordi di pace tra le zone, le aree del Donbass dell’Est, sotto il controllo delle truppe governative di Kiev e, dall’altra parte, le cosiddette repubbliche di Donetsk e Lugansk, i territori che hanno proclamato la loro indipendenza da Kiev. A scontrarsi sul campo sono: da un lato, le forze ormai regolari di Kiev, perché anche tutti i battaglioni volontari che hanno combattuto la guerra fin dall’inizio sono stati incorporati nella struttura delle forze armate e potremmo dire regolarizzati; dall’altra parte ci sono le milizie separatiste, supportate nelle loro spinte separatiste dalla Russia che, del resto, non a caso, è partner nei negoziati di pace.

D. – Di Ucraina si è parlato anche al vertice Nato di Varsavia e si parlerà stasera nell’incontro tra il Segretario di Stato Usa, Kerry, e Putin. A livello politico, geopolitico, qual è la situazione, il clima?

R. – La situazione politica oggi si trova un po’ ad un punto di stallo, forse anche a causa degli stessi accordi di pace di Minsk 2, che se è vero che fino ad oggi hanno individuato un percorso di pace nell’Est del Donbass, allo stesso tempo stanno portando più verso un vicolo cieco. Alcuni degli accordi, infatti, prevedono delle azioni da parte di Kiev, in particolare la modifica della Costituzione in senso autonomistico per l’Est e l’indizione di elezioni nelle aree sotto il controllo dei separatisti, punti che sono elementi intanto per la politica interna ucraina. Ci troviamo in una situazione di stallo in cui, ad ogni incontro internazionale, gli attori in campo, le forze occidentali, i leader dei Paesi del formato Normandia - ma al Summit di Varsavia della Nato c’era anche Renzi per l’Italia - spingono perché l’Ucraina faccia dei passi e delle concessioni ai separatisti. In estrema sintesi, la comunità internazionale e gli accordi di Minsk chiedono a Kiev di normalizzare la situazione del Donbass. Come? Creando delle istituzioni legittime attraverso delle elezioni regolari, che dovrebbero essere organizzate da Kiev, quindi secondo leggi ucraine, ma questo si scontra contro, da un lato, i separatisti stessi, che non ne vogliono sentir parlare e, dall’altra parte, le difficoltà oggettive. Secondo la legge ucraina, infatti, dovrebbero competere nelle circoscrizioni elettorali dell’Est anche le forze politiche ucraine, se tu pensi a quelle nazionaliste, cosa che è assolutamente impensabile per i separatisti.








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