2016-07-15 16:36:00

Nizza, don Drillòn: "Lo spirito del male alimenta la follia dell'odio"


Lo spirito del male

"Il demonio, che è in Francia, in Italia e negli altri Paesi, colpisce tutti. Ecco la firma di questo attentato è sicuramente il demonio. Sono infatti gli innocenti che pagano. Non so che cosa, ma pagano". "Cerchiamo, spiega don Stephane Drillòn, cancelliere della diocesi di Nizza, di ascoltare il dolore della gente e di essere prossimi a tutte le persone colpite, soprattutto agli innocenti". "La Chiesa è la continuazione di Gesù per ascoltare, guarire anche nel gioco del male. Il Vangelo ci spinge a condividere dolore e sofferenza e anche il perchè della sofferenza". "Per questo affidiamo tutte le anime innocenti, lo faremo in una messa pontificale nel Duomo di Nizza stasera (15 luglio, ndr), per chiedere perdono al Signore anche per l'odio che c'è in quella persona che ha ucciso. E' l'umanità che ha questo odio. Siamo nella solidarietà non solo con le vittime, ma anche con quelli che uccidono e dobbiamo chiedere perdono a Gesù, perchè non è un peccato solo contro l'umanità ma anche contro Dio che è vita e amore. C e' un'offesa davanti e nei confronti di Dio stesso"

La comunità italiana a Nizza

"Non abbiamo la certezza di vittime italiane. Però temiamo, stando al grande afflusso di italiani, che ci siano state vittime". "Aspettiamo, afferma Enrico Musella, mermbro del Comitato Italiani all'Estero presso il Consolato di Nizza, il riscontro dalle autorità francesi, che sono molto caute sulla cosa". "Chi era presente ha assistito anche a carrozzine con neonati travolti dal Tir frigorifero. Ma ora la domanda che ci poniamo è come e se reagire e quale posizione assumere. Prevenire questi fenomeni diventa impossibile. Ci si chiede come venir fuori da questa contrapposizione che non è sicuramente di religione, ma di follia. Questi signori sono allevati nella follia dell'odio, perchè suicidarsi felici mi sembra una scuola di educazione all'odio che deve essere, credo, sradicata".

L'analisi

"Una forma di risposta c'è stata. Nella notte Hollande ha parlato di atto terroristico e richiamato i riservisti. Ha fatto vedere, analizza il prof. Jean-Pierre Darnìs, responsabile del Programma Sicurezza e Difesa dell'Istituto Affari Internazionali e docente all'Università di Nizza, che il potere politico ha preso decisioni". "Si tratta di misure che proseguono lo stato di emergenza. Sono misure di riassicurazione, perchè già si fa tantissimo. Il livello di guardia è alto da mesi. Si temeva moltissimo per gli Europei di calcio ma è andata bene. Siamo purtroppo stati colpiti per il 14 luglio. Ma bisogna fare quello che sta facendo la Francia, dare risposte e proseguire su lavoro intenso di controllo, di polizia, di infiltrazione dei gruppi sospetti, bisogna lavorare con gli imam, nelle moschee. Strumenti e strategie che pagheranno: ma purtroppo servirà del tempo e la violenza colpirà ancora". 

Perchè la Francia

"E' sempre colpita la Francia, anche Bruxelles aveva come bersaglio la Francia, perchè i terroristi, prosegue il prof. Darnìs, vogliono creare uno scenario eversivo, una guerra civile in Francia: fare in modo che attentati di matrice musulmana spingano qualche elemento di estrema destra ad attaccare le comunità musulmane, in modo da creare una reazione che crei le condizioni per una guerra civile". "Questo scenario è presente nei documenti di Is, ed è uno scenario che poggia su milioni di francesi di origine araba e di religione musulmana per poter distruggere la Francia e poi l'Europa. Si tratta di una visione chiara dei terroristi e avviene in Francia per motivi storici e culturali". "In Francia, infatti, c'è una enorme comunità musulmana con un grosso dibattito sull'idea che una forma di radicalizzazione musulmana spinga proprio alla violenza su tutto ciò che è infedele, mentre altri studiosi affermano che i terroristi sono personaggi allo sbando che vanno ad abbracciare un'idea integralista musulmana per giustificare una voglia di violenza eversiva che viene da profili psicologici già travagliati". Ma alla fine, il fenomeno e di tale ampiezza, interna ed esterna, che per ridurlo ci vorranno tantissimi fattori e molti anni". 








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