2016-07-15 14:00:00

Vescovi Messico: saggezza e dialogo per riforma dell'istruzione


“La saggezza del dialogo”: si intitola così l’editoriale pubblicato sul sito della Conferenza episcopale del Messico (Cem) da mons. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo di San Cristóbal de las Casas, riguardante la tanto dibattuta riforma nazionale dell’istruzione, presentata dal Presidente Enrique Peña Nieto.

Le ragioni della protesta
Dallo scorso maggio, infatti, gli insegnanti messicani protestano contro il nuovo sistema di valutazione e definizione del loro salario che si vorrebbe introdurre con il cambiamento normativo. In particolare, i docenti sottolineano che i test di valutazione non misurano le competenze didattiche e non tengono conto delle particolari conoscenze necessarie per insegnare nelle zone rurali e nelle comunità indigene. A sostenere gli insegnati c’è il Cnte, il sindacato messicano.

Dialogo è segno di maturità, non di debolezza
Ora, dopo mesi di scontri, si è arrivati a programmare una serie di incontri tra il governo federale, i docenti ed i rappresentanti sindacali. Una decisione che mons. Arizmendi Esquivel definisce “lodevole”, in quanto rappresenta “il modo migliore per trovare una soluzione all’instabilità sociale” che si è venuta a creare nel Paese. “Con l'umiltà del cuore, si avanza – sottolinea il presule - con orgoglio e l'arroganza, tutto è perduto. Il dialogo non è concedere tutto ciò che viene chiesto, ma analizzare ciò che può e ciò che non può essere fatto. Si tratta di ‘saper perdere’ in modo che tutti vincano, perché si mette da parte l’egoismo personale in favore del bene comune”. In questo senso, “il dialogo non è segno di debolezza, ma di maturità”.

Dare importanza reale all’altro
Quindi, riprendendo quanto scritto da Papa Francesco nell’Esortazione apostolica post-sinodale “Amoris laetitia”, il vescovo di San Cristóbal de las Casas sottolinea l’importanza di “sviluppare l’abitudine di dare importanza reale all’altro. Si tratta di dare valore alla sua persona, di riconoscere che ha il diritto di esistere, di pensare in maniera autonoma e di essere felice. Per tale ragione bisogna cercare di mettersi nei suoi panni ed interpretare la profondità del suo cuore, individuare quello che lo appassiona e prendere quella passione come punto di partenza per approfondire il dialogo”.

Dialogo significa innanzitutto ascolto
​“Impariamo a dialogare – conclude mons. Arizmendi Esquivel – ovvero impariamo ad ascoltare, capire, valutare, cambiare, chiedere perdono, ringraziare. Tutto cose possibili, con la forza dello Spirito”. (I.P.)








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