2016-07-16 11:50:00

Funerali ad Andria. Il vescovo: periferie abbandonate da politica


Disastro ferroviario in Puglia: gli investigatori hanno riscontrato un'alterazione "evidente" sui registri di almeno una stazione, dell'orario di transito di uno dei tre treni in viaggio sulla tratta Corato-Andria. Gli inquirenti hanno avviato accertamenti per capire se si sia trattato di un tentativo, di almeno un ferroviere, di coprire l'errore compiuto che ha portato al disastro.

Intanto, circa 5.000 persone hanno partecipato ad Andria, ai funerali di 13 delle 23 vittime dell’incidente ferroviario. Durante la cerimonia, alla quale ha partecipato il presidente Mattarella, il vescovo della città pugliese, mons. Luigi Mansi, ha parlato della grande solidarietà in un momento così doloroso. Ascoltiamolo al microfono di Luca Collodi:

R. – Il brano del Vangelo scelto per la celebrazione è quello della crocifissione e della morte di Gesù, subito seguito dal racconto della resurrezione. Ho pensato che l’unica pagina evangelica che potesse essere di conforto e di speranza fosse questa: il dolore di fronte alla tragedia, ma anche la speranza che la risurrezione di Gesù infonde in noi credenti. Questo apparente silenzio del Padre di fronte al suo Figlio in croce, ma poi la sua risposta con la resurrezione ci sostiene in questo momento che viviamo il dolore della separazione dai nostri cari, ma nello stesso tempo sappiamo che i nostri cari sono nel cuore di Dio, sono nel mondo di Dio e quindi sono nella gioia, sono nell’amore del Padre. Non li pensiamo come persone cadute nel nulla, ma come persone che, anche se in maniera tragica, sono entrati nel mondo di Dio, in un orizzonte di vita e di speranza più ampio, diverso.

D. - In questa triste vicenda non dobbiamo dimenticare la grande solidarietà dimostrata dal popolo pugliese e in particolare di Andria …

R. - Sì, una grande solidarietà, perché c’è stata davvero una vera gara di solidarietà: tantissima gente che non è stata chiamata da nessuno si è resa disponibile ad esempio per i servizi volontari, per tutto quello che serviva per aiutare le famiglie delle vittime, per aiutare i servizi di vigilanza e di coordinamento. Tanti e tanti giovani, attraverso le associazioni di volontariato, ma anche a titolo personale, si sono presentati e si sono messi a disposizione; anche tanti giovani delle scuole superiori. Poi il fatto più rilevante è un numero davvero enorme di persone che si sono recate spontaneamente ai centri trasfusionali del circondario per donare il sangue, perdendo una giornata di mare, una giornata di lavoro. C’è stato davvero un arrivo inatteso di persone. Questo vuol dire che il cuore della nostra gente è un cuore buono, che l’animo è intatto nella sua fondamentale bontà e anche questo male che si scaraventa sulle persone è, in qualche modo, assorbito attraverso questi innumerevoli atti di bontà.

D. - La pagina delicata delle responsabilità …

R. - Credo che si divida in due aspetti: da una parte le responsabilità immediate per il singolo episodio: qualche disattenzione, qualche leggerezza che ha provocato questa strage; ma dall’altra bisogna considerare la responsabilità di più ampio respiro, cioè una disattenzione di certa politica e di certa economia di fronte a linee ferroviarie che spostano migliaia e migliaia di persone e che hanno l’unica colpa di essere in periferia, di essere lontane dal centro e quindi di non essere attenzionate da una serie di interventi di continuo ammodernamento per renderle davvero sicure.








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