2016-07-18 17:06:00

Il Papa ad Auschwitz, nuovi documenti affossano negazionismo


La confessione involontaria

“Sono carte che seppelliscono ogni negazionismo. In questi testi i nazisti stessi confessano che stanno ampliando il campo di concentramento di Auschwitz, costruendo dei forni crematori e ordinando il letale gas Ziklon-B. C’è la prova provata che stavano organizzando un piano di sterminio in modo molto meticoloso. Non furono però altrettanto meticolosi nel distruggere i documenti che dimostravano tutto ciò e questo ci consente di apprendere nuovi elementi sulla storia della Shoah”. Alla vigilia della visita di Papa Francesco al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, fissata per il 29 luglio, lo storico Matteo Luigi Napolitano, docente di storia delle relazioni internazionali all’Università degli studi del Molise e delegato internazionale del Pontificio Comitato scienze storiche, sottolinea l’importanza del volume The beginnings of the extermination of Jews in KL Auschwitz in the light of the source material, pubblicato in polacco e inglese, proprio dal Museo Memoriale di Auschwitz-Birkenau, nel 2014.

Una ricostruzione che continua

“E’ un lavoro di grande valore storico che il Museo Memoriale sta compiendo da qualche anno su quelle che potremmo definire ‘fonti primarie’”, spiega lo studioso. “Si tratta di documenti che i nazisti non riuscirono a distruggere durante la precipitosa fuga da quel campo di concentramento, all’arrivo dell’armata russa. Un materiale che viene raccolto, inventariato e gradualmente reso disponibile alla consultazione degli studiosi”. “Non dimentichiamo che c’è altro materiale, come gli effetti personali dei deportati e delle persone decedute nel lager, che deve essere ancora inventariato. Ciò dimostra - spiega - quanto sia delicato questo lavoro di ricostruzione storica e storiografica che è in via di definizione e si sta compiendo ancora oggi ad Auschwitz”.

Lavoro utile per l'umanità

“Oggi – afferma Napolitano – la corrente negazionista resta forte in alcuni ambienti. Meno in quelli storiografici e tra l’opinione pubblica più avvertita. I negazionisti si basano su quella che loro considerano l’inaffidabilità della memoria, la labilità delle testimonianze, l’assenza di una documentazione che dimostri la determinazione nazista di eliminare tutti gli ebrei europei. Sostengono che mancano le prove dell’esistenza delle camere a gas e manca un ordine specifico dello sterminio di massa da parte di Hitler. Partono dall’idea che ogni genocidio abbia richiesto sempre un ordine scritto, mentre la storia dell’umanità dimostra che non è così”. “Tutte queste affermazioni – aggiunge il prof. Napolitano – sono a mio modesto parere demolite dai documenti di Auschwitz dove i nazisti stessi confessano le loro malefatte”. “Mi auguro che presto i colleghi del Museo Memoriale di Auschwitz-Birkenau possano pubblicare nuovi lavori. Credo stiano facendo un lavoro utilissimo per tutta l’umanità e in particolare per gli storici”.

Confronto culturale impossibile

E’ anche vero – conclude Napolitano – che è impossibile aprire un confronto culturale con il revisionismo e il negazionismo. Si tratta di posizioni che non contestualizzano le varie fasi del nazismo e danno per scontato che tutti i documenti tedeschi dell’epoca siano sempre veritieri. E ciò non è vero. Non lo è dal punto di vista diplomatico, ideologico e della politica interna, figuriamoci se lo può essere per quanto riguarda il loro antisemitismo e l’organizzazione dello sterminio degli ebrei in Europa. In molti documenti la verità viene molto spesso nascosta, sottaciuta ed è smentita da altri archivi”.








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