2016-07-18 14:26:00

Papa telefona a Nizza: Celi, da Francesco forza e speranza


Solidarietà, vicinanza, conforto e preghiera per tutte le persone colpite dalla strage del 14 luglio a Nizza. È quanto espresso, in una telefonata, da Papa Francesco al presidente dell'associazione “Amitié France-Italie”, Paolo Celi, e al presidente della regione Provence-Alpes-Cote d'Azur, Christian Estrosi. Intanto la Francia ha osservato oggi un minuto di silenzio. Il servizio di Giada Aquilino:

Dio “disperda ogni progetto di terrore e di morte”, affinché “nessun uomo osi più versare il sangue del fratello”. Da Piazza San Pietro alla Promenade des Anglais, ancora oggi toccano fortemente gli animi le parole di Papa Francesco, che ieri all’Angelus ha espresso il proprio dolore per il massacro del 14 luglio scorso a Nizza. Stamani la Francia si è fermata per un minuto di silenzio in memoria delle oltre 80 vittime. Nella località della Costa Azzurra, il raccoglimento è partito alle 11.45, con circa 15 mila persone. Una vera e propria marea umana si è dunque ritrovata al Monument du Centenaire, a pochi passi dalla Promenade des Anglais. Presenti alla cerimonia il premier Manuel Valls e le autorità locali, con il sindaco della città, Christian Estrosi, e il presidente dell’associazione di amicizia Italia-Francia, Paolo Celi. Entrambi hanno ricevuto la telefonata di Papa Francesco. Lo racconta lo stesso Paolo Celi:

R. – Non mi aspettavo assolutamente la telefonata. Quando ho risposto, ho sentito: “Paolo, sono Papa Francesco”. C’è stato un momento di silenzio da parte mia! Poi ovviamente mi ha invitato a portare a tutta la città di Nizza, a tutte le famiglie delle vittime, il suo messaggio di solidarietà, di conforto dicendo: “Cosa posso fare?”.

D. – Francesco le ha annunciato che incontrerà i parenti delle vittime?

R. - Abbiamo anche parlato – siamo stati diverso tempo al telefono – di un incontro a Roma in un futuro prossimo, senza fissare ancora una data.

D. - Il Pontefice ha sentito anche il sindaco di Nizza. Quale riflessione ne è nata sul dolore, sul sangue versato?

R. - Christian Estrosi per primo ha visto veramente con i suoi occhi delle immagini incredibili. Il Santo Padre gli ha ridato l’energia necessaria in questa situazione. Quella del Papa è stata una telefonata che ha dato conforto a migliaia di persone che si adoperano per alleviare il dolore. È stata veramente fondamentale.

D. - Nelle ultime ore la commorazione a pochi passi dalla Promenade des Anglais. Qual è la sua testimonianza?

R. - Questo minuto di silenzio, questo raccoglimento è stato veramente commovente; c’è stata una partecipazione incredibile da parte della popolazione. Al momento della Marsigliese veramente erano tutti in lacrime.

D. - I fiori, i biglietti, i peluche che ancora sono sulla Promenade a coprire le macchie di sangue delle vittime. Cosa rimarrà?

R. – Rimarrà nel cuore di tutti, perché sono immagini che non potremo mai dimenticare. Ma il Santo Padre con le sue parole, con il suo conforto, può alleviare questo brutto ricordo per ridare vigore e voglia di speranza a tutte queste persone.

Alla cerimonia di questa mattina alla Promenade des Anglais ha partecipato anche don Federico Andreoletti, della Missione cattolica a Nizza:

R. – C’era davvero tantissima gente. Sono passato prima a vedere dove c’erano i segni del sangue delle vittime: c’erano i fiori, tantissimi, dei peluche per i bambini...  È proprio una cosa molto commovente. Quando sono arrivati i politici, sono stati un po’ fischiati. C’erano poi tutti i rappresentanti delle varie religioni, delle confessioni cristiane e anche tanti sacerdoti. Poi c’è stato qualche minuto di applausi, soprattutto per i pompieri – cioè quelli che hanno fatto assistenza alle vittime e che hanno lavorato quella notte – insieme agli infermieri che erano con loro.

D. – Tanta commozione tra la gente…

R. – Tantissima proprio! Poi, dopo il minuto di silenzio, hanno intonato “La Marsigliese”. È stata una cosa che ha colpito davvero: le persone erano molto raccolte, tante piangevano ancora, forse perché toccate dentro dalla tragedia che c’è stata giovedì sera. Risplende adesso un bel sole su Nizza, però cancellare dalla mente della gente e dalla memoria i segni delle morti e dei feriti sarà difficile.

D. – Il Papa all’Angelus ha detto: “Dio disperda ogni progetto di terrore e di morte affinché nessun uomo osi più versare il sangue del fratello”. È stata in un certo senso ripetuta questa preghiera del Pontefice lì a Nizza?

R. – Durante le mie Messe, ho personalmente pregato secondo queste parole del Papa. Certo, se ci fosse un po’ più di fede in Dio, ci sarebbe forse anche più rispetto della persona, di tutti. E invece, soprattutto qui in Francia, non si crede più a niente! E quindi è facile che tanti arrivino a questi gesti, anche se sono di un’altra religione, ma perché appunto non c’è una fede profonda. Le comunità islamiche qui hanno condannato fortemente questi gesti così inumani e mortali.

D. – Nelle Messe, qual è stata la preghiera?

R. – Ho letto prima il comunicato del nostro vescovo, alla fine del quale invitava noi cristiani a guardare all’amore di Cristo, all’esempio di Lui, e anche ad andare oltre questi gesti così tragici. E poi, con le parole del Papa, abbiamo pregato per le vittime; per coloro che hanno prestato soccorso; per le famiglie che sono state colpite e che soffrono per i morti come pure per i feriti.

Proseguono intanto le indagini sul killer, Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Si ripercorrono movimenti e contatti del franco tunisino, mentre i sette fermati nell’inchiesta sono stati trasferiti al quartier generale dell'antiterrorismo alle porte di Parigi.








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