2016-07-19 18:13:00

Incidenti stradali. Calano nel 2015, ma causano più morti


Nel 2015 in Italia 3400 persone – circa 9 ogni giorno - sono morte in incidenti stradali e 250mila sono rimaste ferite: un trend in aumento dell’1.1% rispetto all’anno precedente. Il 75% dei sinistri, inoltre, è causato dalla distrazione: sotto accusa l’uso del telefonino al volante, utilizzato anche per scrivere messaggi. È questa la drammatica fotografia sulla sicurezza stradale che hanno fatto Istat e Aci, presentando oggi una campagna di sensibilizzazione diretta a tre milioni di giovani fra i 18 e i 29 anni e che per la prima volta sarà diffusa esclusivamente sui social network. Roberta Barbi ne ha parlato con il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani:

R. – Siamo arrivati all’anno nero, se vogliamo, perché per la prima volta dopo 15 anni in cui il numero dei morti diminuiva costantemente, siamo tornati – dopo un 2014 in cui la diminuzione era stata veramente piccolissima – a un’inversione di tendenza. Nel 2015 c’è stato un aumento dei morti: 38 morti, che sono tantissimi considerando il valore della vita umana. Impressiona l’inversione e quindi tutto questo diventa preoccupante. C’è stato un aumento dei morti sulle autostrade: dei 38, 18 sono stati sulle autostrade …

D. – Secondo i dati dell’Aci, le cause principali delle distrazioni al volante è un uso smodato del cellulare, addirittura per scrivere messaggi; pare che il 6 per cento degli italiani ammetta di farlo regolarmente. Come si può combattere questa pratica sconsiderata?

 

R. – Noi abbiamo fatto partire, proprio in queste ultime ore, una campagna sui “social network”, che appunto si chiama: “Guarda la strada, molla ‘sto telefono”, rivolta proprio ai giovani dai 18 ai 29 anni; testimonial è l’attore Francesco Mandelli, e questo brevissimo filmato fa vedere come un momento di grande spensieratezza in auto, con foto e con selfie vari, diventi un momento di morte. Ai ragazzi bisogna parlare con il loro linguaggio, soprattutto con immagini che li colpiscano. Abbiamo avuto un successo enorme con questa campagna, e bisogna fare formazione: non soltanto per i giovani neo-patentati che non sanno assolutamente guidare ma sono convinti di saperlo fare. Come? Con corsi di guida sicura se non altro si produce un effetto certo: il bagno di umiltà. Un ragazzo che fa un corso di guida sicura si rende conto che non sa guidare.

D. – Un aumento delle vittime è stato registrato proprio nell’anno in cui con un ddl è stato istituito il reato di omicidio stradale. Le sanzioni hanno davvero un potere deterrente, o per i giovani – visto che il dato sulla mortalità è quasi doppio tra i neo-patentati – è preferibile un’azione di sensibilizzazione come la vostra?

R. – Io sono per la seconda perché purtroppo sulle le norme riguardo all’omicidio stradale in realtà c’è una grande ignoranza. L’efficacia di avere istituito il reato di omicidio stradale si perde perché la maggior parte di italiani non ne hanno capito il meccanismo e il funzionamento. Quindi, la priorità è la comunicazione.

D. – E’ raggiungibile, secondo lei, per l’Italia l’obiettivo europeo del dimezzamento degli incidenti entro il 2020?

R. – Sarà molto difficile. Io che sono un ottimista penso che dipenda da noi. Ognuno di noi può contribuire notevolmente. Bisogna lavorare molto sulle aree urbane, rendendo gli attraversamenti pedonali più visibili, soprattutto nelle aree periferiche e di notte, eliminando gli incroci a raso a 90° con le rotatorie … Bisogna soprattutto fare in modo che ci sia una maggiore coscienza …








All the contents on this site are copyrighted ©.