2016-07-20 11:00:00

La Lateranense accoglie 20 rifugiati, firmata intesa con il Viminale


E’ stato firmato ieri a Roma il Protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Interno e la Pontificia Università Lateranense per l’inserimento di giovani studenti titolari di protezione internazionale in percorsi di alta formazione universitaria. Sul significato di questa intesa, Salvatore Tropea ha intervistato il vice-ministro dell’Interno Filippo Bubbico, il responsabile della Pastorale universitaria della Lateranense don Mirko Integlia e alcuni studenti dell'Ateneo Pontificio, responsabili dell'acoglienza dei migranti che saranno selezionati per il progetto. Ascoltiamo l'on. Bubbico:

R. – C’era una volontà comune tra questa amministrazione e l’impegno dell’Università Lateranense perché noi dobbiamo mettere l’uomo al centro e dobbiamo farlo dotando ciascuno degli strumenti di conoscenza, partendo dalla considerazione della dignità della persona, perché ciascuno poi possa, in completa libertà, esercitare la propria fede, praticare il proprio credo e testimoniare la propria testimonianza religiosa.

D. - Questa iniziativa può rappresentare una sorta di progetto pilota da estendere magari agli atenei italiani?

R. - Io me lo auguro. Sicuramente la forza di questa iniziativa e l’autorevolezza della Pontificia Università Lateranense alimenterà questi risultati.

D. - Don Mirko Integlia, un ruolo importante sarà svolto dalla Pastorale universitaria. Quali saranno i progetti e le iniziative?

R. - La nostra Pastorale universitaria è in cammino da ben sei anni e gode della partecipazione della collaborazione dei tanti studenti laici che frequentano la nostra università. Il legame tra questo protocollo, il Ministero dell’Interno e la pastorale è fortissimo, perché il nostro scopo non è semplicemente quello di permettere a questi studenti di frequentare un corso accademico ma è importante, allo stesso tempo, la loro integrazione nel tessuto accademico; ecco perché i giovani della pastorale saranno coinvolti nell’accoglienza di questi studenti e nel comitato tecnico che si è costituito per l’attuazione del protocollo, insieme a me e ad alcuni funzionari del Ministero, ci sono due studenti della Facoltà di diritto. Questo perché ho voluto significare in questo modo il contributo importante degli studenti nella realizzazione di questo progetto.

D. - Come sarà possibile integrare esigenze multiculturali con le iniziative e la vita di un’Università pontificia?

R. - Il nostro contesto è già di per sé multiculturale, benché tutti cristiani, abbiamo però studenti provenienti da ogni parte del mondo. Certamente noi dobbiamo prevedere che tra questi studenti che arriveranno ci saranno alcuni che non sono cristiani, questa è la sfida. Tra l’altro questa è una sfida che già abbiamo iniziato in parte con l’Università delle Religioni di Qom, abbiamo già ospitato alcuni loro studenti e devo dire che c’è stata reciproca soddisfazione. Non voglio dire che sarà facile, ma le sfide si accettano.

D. - È già stata pensata una giornata di inaugurazione del progetto e accoglienza degli studenti all’interno dell'Università?

R. - Questo ancora no sinceramente, perché quello che mi preme in questo momento è avviare il processo di selezione e di scelta degli studenti. Certamente è mio desidero che l’ingresso di questi studenti sia reso pubblico attraverso un gesto comunitario di accoglienza in modo che tutta la comunità accademica si senta responsabile all’interno di questa nuova e bella sfida che ci aspetta.

D. - Giovanni Rizzo e Bianca Gervasio saranno i responsabili del progetto per quanto riguarda l’accoglienza e l’integrazione con il resto della comunità studentesca. Come è stata accolta questa iniziativa? Quale risposta ci si aspetta dagli studenti quando il progetto sarà avviato?

R. - (Giovanni) Questa iniziativa è stata accolta con entusiasmo da parte degli studenti. Ci rendiamo conto che offrire solamente delle borse di studio non è sufficiente. Tutti noi studenti dobbiamo essere pronti e dobbiamo essere pronti ad accogliere perché la vera cultura nasce solo dalla condivisione e noi faremo il massimo per poter condividere la nostra esperienza e cercare di apprendere quello che questi ragazzi hanno da insegnare.

R. - (Bianca) Sicuramente la riposta è positiva. Questo si può vedere anche dalla partecipazione che c’è stata alla firma del protocollo alla quale era presente parte della comunità. Quando a settembre il progetto partirà ci sarà un grande entusiasmo ad accogliere questi ragazzi e soprattutto ad integrarli all’interno della comunità. Questo sarà il compito più importante e sicuramente non lo potremo fare senza la comunità dei ragazzi che ci sosterrà con il loro entusiasmo.








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