2016-07-22 15:35:00

Povertà, (Caritas): "E' contrastabile, non è ineluttabile"


Il SIA (Sostegno per l'Inclusione Attiva) è una misura lodevole e incoraggiante perché è la prima volta che in Italia la si adotta a livello nazionale e non solo nelle grandi città. Ma è solo un primo passo per il contrasto alla povertà. A condividere questo giudizio sul provvedimento governativo che entrerà in funzione da settembre sono Nicoletta Teodosi, presidente del Cilap (Collegamento Italiano di Lotta contro la Povertà) e Raffaele Callìa, responsabile del Servizio Studi e Ricerche di Caritas Sardegna e direttore della Caritas diocesana di Iglesias, area tra le più povere d’Italia, insieme a Molise e Basilicata


"E’ negativo il fatto che la social card sia prevista per i nuclei familiari e non per i singoli", lamenta la Teodosi che aggiunge una preoccupazione: "Le domande dovranno essere fatte ai Comuni, i quali, con tutta la buona volontà, mancano di formazione e di personale. Le amministrazioni locali hanno avuto un impoverimento e quindi i Servizi sociali dovranno inventarsi qualcosa per affrontare questa nuova misura. Come lo faranno, non saprei". 

Andare oltre i palliativi 

"Il Rapporto Istat presentato la settimana scorsa è preoccupante anche per le categorie di soggetti vulnerati da questa povertà: famiglie con figli e giovani, proprio coloro sui quali la nostra Regione sta riflettendo molto in questo periodo, mettendo in luce il forte fenomeno della dispersione scolastica", così precisa Callìa che auspica misure ulteriori da mettere in campo. "Siamo ancora a dei palliativi e bisogna trovare un terreno pronto che non c’è. Ci vogliono persone qualificate che accompagnino le persone nel percorso di inclusione sociale. Attualmente i Servizi sociali sono fortemente indeboliti per riduzione del personale e per sovraccarico delle richieste. Soprattutto siamo ancora legati a vecchi schemi assistenzialistici per quanto riguarda la cultura sulle povertà. Invece è necessario pensare a reti preventive se per povertà intendiamo un fenomeno complesso che non si riduce al semplice non disporre di soldi a sufficienza. Bisogna intervenire sulle cause strutturali della povertà e agire sul versante dell’istruzione, della formazione professionale, delle politiche abitative, delle misure di accudimento delle fasce più deboli".

Un milione di poveri sono bambini

"E’ drammatico che un Paese democratico, civile a avanzato debba contare tanti bambini poveri, laddove altri Paesi - anche diversi come matrice religiosa -(per es. la Francia) hanno adottato una serie di misure che hanno favorito concretamente la famiglia. Dobbiamo finalmente assimilare il contetto che la povertà è un dato contrastabile, non ineluttabile. Ha a che fare con il contrasto alle ineguaglianze. Non si tratta di spendere ma di favorire la giustizia".

 








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