2016-07-23 14:00:00

Hotspot, i risultati della campagna "LasciateCIEntrare"


Presentati ieri mattina, presso la sala Tobagi della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), i risultati della campagna di mobilitazione di “LasciateCIEntrare”, sul tentativo, lo scorso 20 giugno in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, di entrare in vari Hotspot, Cie, Cara e Cas che, su tutto il territorio italiano, si occupano dell’accoglienza per i rifugiati e i richiedenti asilo. Ne parla, al microfono di Salvatore Tropea, la portavoce nazionale della campagna, Gabriella Guido:

R. – Per la prima volta, “LasciateCIEntrare” ha indetto questa campagna aperta, con cui abbiamo chiesto a tutti gli attivisti – dei giornalisti, avvocati, legali, mediatori – di unirsi a noi e quindi di mappare il territorio. Abbiamo fatto più di 65 richieste alle varie Prefetture d’Italia e al Ministero dell’interno, a partire dagli Hotspot, Cie, Cara e Cas. Per gli Hotspot c’è stato subito notificato un diniego: la stampa e la società civile, cioè, non possono avere accesso. In alcuni Cie siamo entrati in altri no, in alcune Cara sì in altre no. Quindi, è stata un po’ una mappatura a macchia di leopardo. Evidentemente, cioè, ci sono ancora posti che è bene che la società civile non riesca a monitorare. Chiaramente, un conto è un Cas con 30 persone e un altro una tendopoli con 800. Quello che noi vogliamo fare, appunto, è informare e far sapere di che tipo di gestione si tratta. Purtroppo, è una gestione che deve ancora superare una fase emergenziale per diventare una gestione strutturale, fatta con operatori competenti, fatta con un monitoraggio legale, ma anche economico, di come vengono gestiti i soldi e soprattutto garantendo standard qualitativi di assistenza ai migranti.

D. – Sono stati denunciati alcuni limiti di un’accoglienza quasi al collasso, questo perché? Quali sono i limiti e l’Italia come può avere un’accoglienza che non sia controproducente?

R. – Noi crediamo che l’Italia sia di fondo un Paese accogliente. Bisogna semplicemente avere la volontà politica di impostare un sistema veramente e completamente diverso. Ribadisco: non è una situazione di ordine pubblico. Le Prefetture a volte fanno del loro meglio, ma il sistema dell’accoglienza è talmente ramificato e periferico che chiaramente lo Stato, le istituzioni locali non riescono a monitorare e a gestire. Ecco perché noi chiediamo che il sistema di accoglienza passi invece ai Comuni e alle organizzazioni del Terzo Settore, che hanno competenze, che hanno esperienza da anni sul campo e che magari riescono a fornire dei servizi a volte migliori degli stessi enti gestori, che fino a due mesi prima gestivano un centro anziani.

D. – Qualche giorno fa è caduto l’embargo sugli hotspot per i giornalisti…

R. – “LasciateCIEntrare” è nata nel 2011 proprio per ripristinare l’accesso alla stampa, soprattutto nei Cie, e fu una battaglia vinta. Adesso, negli Hot spot se voi cronisti potrete entrare, potrete anche raccontare quello che è il nuovo sistema, non solo dell’Italia chiaramente, ma di tutta l’Unione Europea sull’identificazione e selezione dei migranti, cioè di quelli che arrivano e, potendo, saranno richiedenti asilo e rifugiati politici da quelli che invece dovranno a seconda dei trattati bilaterali tornare nei loro Paesi di origine o Paesi di provenienza. Per cui, tanto per cominciare, ristabilire la trasparenza di questi centri, dopo di che riverificare lo status dei diritti umani.








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