2016-07-23 15:45:00

Una suora di clausura: da Francesco un gesto di predilezione


Grande risonanza ha avuto la Costituzione apostolica, “Vultum Dei Quaerere”, firmata da Papa Francesco e dedicata alla vita contemplativa femminile. Il documento, presentato ieri, giunge 66 anni dopo la pubblicazione della precedente Costituzione, “Sponsa Christi”, di Pio XII. Il testo è stato accolto con grande gioia da Madre Maria Gonzalez, priora del Monastero delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, a Napoli. La religiosa intervistata da Debora Donnini:

R. – Noi l’abbiamo accolta con tanto amore: veramente è stata un’emozione! Questo, veramente, lo aspettavamo da tanto tempo e sapere che la Chiesa pensa a noi, ci fa sentire che c’è una predilezione per noi contemplative.

D. – Si parla di voi contemplative come di “fiaccole” che guidano il cammino dell’umanità e di un dono irrinunciabile per la Chiesa. La pubblicazione di questa Costituzione apostolica la accogliete quindi come un segno importante dell’attenzione del Papa per la vita contemplativa?

R. – Sì, molto importante. Noi contemplative viviamo in clausura e tutti ci chiedono preghiere, preghiere, ma tante volte nessuno si preoccupa di noi. E’ importantissimo sapere, invece, che la Chiesa, il Santo Padre, pensa a noi, si preoccupa per noi, perché la nostra vita è totalmente donata a Dio e alla Chiesa.

D. – Nella Conclusione dispositiva del Documento, tra l’altro, si stabilisce che si debba assolutamente “evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero”. In proposito, alla conferenza stampa di presentazione del Documento, mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha sottolineato che se chiamare sorelle da un altro continente è solo “per mantenere muri, questa non è giustificazione evangelica”. In base alla sua esperienza di Priora, quanto è importante questo punto?

R. – E’ importantissimo, perché noi siamo chiamate a pregare e dobbiamo insegnare a queste ragazze a vivere solo per la preghiera. E se si portano queste ragazze solo per “mantenere i muri”, non si deve fare.

D. – Guardando in generale al mondo della vita contemplativa, è importante questo richiamo che è stato fatto?

R. – Sì, è importantissimo. Noi abbiamo ragazze di altri Paesi: siamo di 11 Paesi diversi. Ma noi abbiamo queste ragazze in formazione con la prospettiva di farle tornare ai loro Paesi, non per rimanere in Italia. Ognuna torna nel proprio Paese di origine.

D. – Nel documento, poi, c’è una novità: tutti i monasteri – salvo casi particolari a giudizio della Santa Sede – dovranno essere federati, non più soltanto seguendo un criterio geografico, ma “di affinità di spirito e di tradizioni”. Voi come pensate di vivere concretamente questa decisione?

R. – E’ importantissima, perché veramente noi non siamo isole: bisogna condividere gioie e sofferenze, aiutarci anche economicamente, fisicamente, con il lavoro. Per me è importante.

D. – Le Adoratrici perpetue del Santissimo Sacramento di Napoli sono già federate con altri monasteri?

R. – Sì, siamo in federazione. Abbiamo pochi monasteri che non sono federati, ma nei nostri monasteri si sta parlando di questo e si sta cercando di essere più uniti e di essere tutti federati.

D. – Grande attenzione nel Documento alla formazione. In merito, si sottolinea che bisogna prestare attenzione al discernimento vocazionale, “senza lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e dell’efficienza”…

R. – Io penso che sia importantissimo, soprattutto in questo momento storico, perché le ragazze vengono con un’altra formazione e non è come prima: adesso, secondo me, il mondo è molto più pericoloso e bisogna aiutarle prima di tutto come persone e, dopo, aiutarle a capire veramente la propria vocazione.

D. – Nel Documento ci si sofferma anche sui mezzi di comunicazione, sottolineando che sono strumenti utili ma bisogna avere un “prudente discernimento” affinché tali mezzi non siano occasione di “evasione dalla vita fraterna”. Voi utilizzate questi mezzi di comunicazione sociale? In che modo?

R. – Li usiamo solo lo stretto necessario, soltanto per la comunicazione: ci chiedono preghiere e noi mandiamo e-mail. Secondo me è molto pericoloso, per noi claustrali: entrare in Internet significa entrare nel mondo. Noi dobbiamo essere isolate dal mondo e pregare per il mondo.








All the contents on this site are copyrighted ©.