2016-07-25 06:30:00

Convention democratica a Philadelphia: Clinton punta su Kaine


Si apre oggi a Philadelphia la convention dei democratici, dove saranno presentati i punti di forza della candidatura alla Casa Bianca di Hillary Clinton, che ha scelto come suo vice il senatore della Virginia, Tim Kaine. La Clinton ha incassato l’appoggio del tre volte sindaco di New York, Michael Bloomberg, che oggi sarà accanto a lei sul palco del Wells Fargo Center. Al microfono di Gioia Tagliente l’americanista Giuseppe Mammarella commenta la scelta di Kaine:

R. – È una scelta inattesa per certi aspetti, perché si pensava che Hillary Clinton avrebbe voluto equilibrare il suo team con un uomo­ – una personalità – di sinistra o di centro, mentre Tim Kaine è un personaggio di "destra". Mi sembra che nella strategia della Clinton ci sia il tentativo di sottrarre a Donald Trump una parte dei suoi voti, sostanzialmente questo è il motivo, perché sembra che negli ultimi mesi l’establishment democratico abbia espresso più di uno scontento per il ruolo che Bernie Sanders, della sinistra, ha avuto durante le primarie. Adesso vedremo come sarà il programma e fino a che punto quest’ultimo possa essere stato influenzato da Sanders, che aveva delle idee molto precise, per esempio in fatto di riforme, a vantaggio dei giovani e delle classi meno agiate. Quindi, ora vedremo quale sarà il “platform”, ossia il programma del partito; fino a che punto personaggi come Elizabeth Warren o Bernie Sanders sono riusciti a far sentire la loro voce. È interessante lo slogan che è stato adottato per la Convention di Philadelphia – questa è un po’ la città della tradizione americana, dove è stata fatta la Costituzione –; lo slogan sarà: “Let’s Make History Again”, cioè  “Torniamo a fare storia”. Questo riecheggia un po’ lo slogan di Trump: “Torniamo a fare grande l’America”. Sono cioè due slogan che partono dal presupposto che l’America sia in crisi e che quindi vada rilanciata.

D. – Quali saranno le differenze tra le due Convention?

R. – Quella di Trump è stato un “one man show”, ossia dominata interamente da lui e dalla sua famiglia. In quella di Philadelphia, invece, assisteremo a una parata di personaggi abbastanza conosciuti, anche sul piano internazionale. Ci sarà il marito di Hillary, Bill Clinton; forse un altro ex Presidente – si parla del vecchio Carter. Poi ci saranno personaggi della politica e della cultura: parleranno Elizabeth Warren e Bernie Sanders, i due campioni della sinistra. Quindi sarà certamente una Convention più vivace e interessante.

D. – Quali sono i punti di forza della candidatura democratica?

R. – La composizione dell’elettorato democratico, perché la Clinton può contare sugli african americans; la maggioranza delle donne; e la maggioranza dei latinos. Quindi questo già le dà un vantaggio iniziale notevole. Fra l’altro devo dire che, nonostante gli ultimi sondaggi diano i due candidati più o meno in pareggio, l’attribuzione degli Stati vede però Hillary Clinton nettamente favorita. Ricordiamoci che in America non si vince la presidenza con i voti popolari, ma con quelli degli Stati; e ci vogliono 270 voti di questi ultimi. Ora, a Hillary ne vengono attribuiti 258, mentre a Trump 180: la differenza è quindi abbastanza evidente; la Clinton necessita di una quindicina di voti in più.

D. – Qual è l’incognita della Clinton e di Trump?

R. – Da una parte, se la sinistra del Partito Democratico voterà per la Clinton. Ci sono stati dei sondaggi secondo i quali solo una parte dei voti dei sostenitori di Bernie Sanders, dichiaratosi a favore della Clinton, confluirà su di lei. Certamente, da parte di Trump, ci sarà il tentativo di portare alle urne un elettorato che ne è rimasto fuori; non dimentichiamoci che soltanto più o meno la metà degli americani va a votare per la presidenza. L’incognita rappresentata da Trump, quindi, potrebbe essere quella di essere riuscito a portare alle urne dei votanti che avevano cessato di votare

D. – Sarà un duello interessante…

R. – Soprattutto durante una campagna elettorale che tutti prevedono sarà abbastanza “hot”! Questo perché è nella cifra di Trump l’aggressività, anche verbale; e certamente Hillary Clinton risponderà a tono. Quindi credo che, a cominciare dalla metà di agosto – la campagna elettorale si svolgerà soprattutto durante settembre e ottobre - assisteremo a un duello molto, molto acceso.








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