In Egitto attende ancora di essere presentata in aula la nuova legge che dovrebbe regolamentare la costruzione delle chiese e dei luoghi di culto nel Paese. L'inizio della discussione parlamentare era stato annunciato per la fine dello scorso maggio, ma a distanza di quasi due mesi il provvedimento è ancora fermo nelle commissioni parlamentari competenti e viene sottoposto a continui ritocchi. Il ritardo suscita preoccupazione nelle Chiese e comunità cristiane egiziane. Lo stesso Patriarca copto ortodosso Tawadros II, in una recente intervista, ha riferito di pregare spesso affinché l'iter legislativo della nuova legge giunga presto a compimento.
Continue modifiche
Fonti egiziane, consultate dall'Agenzia Fides, riferiscono
che Anba Paula, vescovo copto ortodosso di Tanta, continua come rappresentante delle
Chiese ad incontrarsi con i funzionari del ministero della Giustizia e delle commissioni
parlamentari per apportare ulteriori correzioni al testo di lavoro, in modo che esso
possa essere approvato e non rischi di essere bocciato in aula da un voto contrario.
Il progetto di legge consisteva in 13 articoli. Nella bozza si riconosceva tra l'altro
il diritto dei vescovi a ricorrere al Consiglio di Stato in caso di ritardi imposti
in maniera artificiosa alle procedure per la costruzione di nuove chiese.
Le novità della nuova legge
La nuova legislazione, nelle attese dei cristiani
egiziani, dovrebbe portare alla totale archiviazione delle regole disposte dal cosiddetto
“Decreto Hamayoni”, la legge risalente al periodo ottomano che è all'origine di numerose
controversie a livello locale. Secondo tali regole, la costruzione delle chiese cristiane
è sottoposta a vincoli che non pesano sulla costruzione di moschee, come il divieto
di costruire luoghi di culto cristiani vicino alle scuole, ai canali, agli edifici
governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. Inoltre, finora la costruzione
di ogni nuova chiesa doveva essere autorizzata direttamente dal presidente egiziano.
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