2016-07-25 12:40:00

Fragnelli: dalla Gmg nuovo slancio di fede per i giovani


Tra le nazioni più rappresentate alla Gmg di Cracovia, con 90 mila giovani iscritti e 130 vescovi, c’è sicuramente l’Italia. Un evento al quale si arriva dopo un intenso cammino di preparazione dopo la Gmg di Rio de Janeiro e che trova quest’anno nel Giubileo della Misericordia un significato ancora più forte. Il nostro inviato a Cracovia, Alessandro Gisotti ne ha parlato con mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione episcopale Cei per la famiglia, la vita e i giovani:

R. – Fare della Giornata Mondiale della Gioventù il momento forte della riconciliazione e della misericordia per il mondo giovanile: credo che sia questo il primo significato. E poi, accanto a questo, c’è anche quello di sottolineare fortemente la, direi, capacità “generativa” di misericordia della città di Cracovia, con i suoi Santi e i suoi simboli di richiamo alla misericordia per una riconciliazione effettiva tra popoli diversi: credo che questa sia una delle caratteristiche importanti di questa Gmg.

D. – Chiaramente, per molti giovani San Giovanni Paolo II è una presenza meno forte che per tanti più grandi. Probabilmente, però, ci sono anche molti sacerdoti e persino dei vescovi che hanno visto germogliare la propria vocazione durante una Gmg con San Giovanni Paolo II, vero?

R. – Sicuramente. Credo che questa edizione a Cracovia, 25 anni dopo quella di Częstochowa, sia l’esperienza spirituale che ha un rilievo molto grande nella vita di molti che hanno scelto poi di seguire, nel sacerdozio o nella vita consacrata, il Signore. Mi pare che questa occasione potrà essere un momento di gratitudine profonda per il Signore che continua a chiamare anche nel nostro tempo, servendosi di strumenti nuovi. Una volta c’era l’esemplarità del proprio parroco; ora, in un mondo globalizzato, ci sono anche questi eventi così significativi di incontro tra giovani di popoli diversi, che si sentono chiamati dallo Spirito a mettersi al servizio della civiltà dell’amore, di un’evangelizzazione e di una consegna del Vangelo della pace.

D. – Come pastore sempre vicino ai giovani, e adesso ancora di più – se vogliamo – come presidente della Commissione della Cei, proprio dedicata, oltre che alla famiglia e alla vita, ai giovani, cosa crede che stia dando questa esperienza della Gmg anche e soprattutto ai più giovani?

R. – Credo che fondamentalmente l’impegno sia proprio quello di caratterizzare sempre di più come percorso di preparazione e di sviluppo del valore e del significato della Giornata Mondiale della Gioventù. Siamo entrati in una fase nella quale la dimensione, chiamiamola “globale”, deve entrare in modo strutturale nei percorsi formativi. I giovani di oggi vivono situazioni nuove, non soltanto dal punto di vista tecnologico, ma anche geografico: quindi del confronto tra generazioni, culture ed esperienze religiose diverse. Ed è per questo che è necessario un cammino di avvicinamento, come è stato fatto da parte del Servizio nazionale per la pastorale giovanile; e deve continuare anche dopo nelle nostre diocesi. Noi ci auguriamo che Cracovia 2016 sia davvero un momento forte per rilanciare i percorsi - potrei dire - addirittura “feriali”: il quotidiano dell’attenzione al mondo giovanile.








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