Mons. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo di San Cristóbal de las Casas, ha chiesto di continuare il dialogo come unica via per la pace sociale: "dialogare è condividere i propri punti di vista con gli altri, è ascoltare con il cuore ciò che dicono gli altri, disposti a rinunciare a qualcosa, mettendo sempre davanti il bene comune". Le dichiarazioni del vescovo, riprese dall'agenzia Fides, sono state motivate dagli omicidi di sabato scorso a San Juan Chamula, dove sono state assassinate cinque persone, tra cui il sindaco della città.
Le armi sono la debolezza della ragione
"Questi omicidi - ha detto - segnalano che la violenza c'è in tutti gli ambienti,
non solo nelle comunità indigene". Inoltre mons. Arizmendi Esquivel ha avvertito che
la mancanza di trasparenza e di corretta informazione sull'uso delle risorse pubbliche
genera diffidenza verso le autorità, vendetta, lotta politica e ambizioni non prevedibili
e difficili da controllare. Non si può scegliere ed accettare leader che basano la
loro forza sul numero di sostenitori e sulla forza armata per raggiungere i loro scopi.
"Le armi sono la debolezza della ragione" ha ribadito, sottolineando la necessità
di proseguire il dialogo, "come l'unica via praticabile" per costruire la pace sociale.
A San Juan Chamula ucciso il sindaco e 4 suoi collaboratori
Il Messico, dopo le elezioni del 5 giugno, deve affrontare la mancanza di una maggioranza
politica nei capoluoghi di provincia e in altre città. A San Juan Chamula, durante
una manifestazione di protesta contro il sindaco, delinquenti con il volto coperto
hanno ucciso il sindaco e 4 suoi collaboratori. Il governatore del Chiapas, zona a
cui appartiene San Chamula, ha dichiarato: "Tutti dobbiamo lavorare insieme per il
dialogo e la pace per la nostra comunità, in modo particolare con la vocazione pacifista
degli indigeni di San Juan Chamula". (C.E.)
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