2016-07-25 14:35:00

Terrorismo. Merkel: no generalizzazioni su rifugiati


“Il governo è in lutto”: così si è spressa la cancelliera tedesca, Angela Merkel, dicendosi sconvolta per le violenze che hanno colpito ieri le città di Ansbach e a Reutlingen, per mano di due giovani rifugiati siriani pur in contesti completamente diversi. Il terrorismo di matrice islamica non è provato: no dunque alle generalizzazioni in materia di immigrazione, chiede Berlino. Intanto, emergono nuovi particolari sulla strage di Monaco di venerdì scorso. Il servizio di Gabriella Ceraso:

E' afghano il sedicenne arrestato ieri sera a Monaco. Poco prima dell'attentato del 22 luglio aveva avuto una chat via Whatsapp con l’assassino, il ragazzo tedesco di origini iraniane che ha ucciso 9 persone in un centro commerciale di Monaco di Baviera. Il complice sapeva quello che l'amico voleva fare, ma è escluso il legame col terrorismo islamico. Il dubbio di un coinvolgimento del genere c’è ancora invece negli inquirenti che lavorano all’attentato che un 27.enne siriano con richiesta d'asilo respinta ha compiuto ieri sera ad Ansbach facendosi saltare in aria mentre cercava di introdursi a un concerto. Si chiamerebbe Mohammed Delel secondo alcuni media online tedeschi.Sempre un rifugiato siriano, ma per motivi passionali, ha aggredito una donna ieri a Reutlingen, nel sud della Germania. Il governo è sconvolto ma raccomanda a più voci di non generalizzare nell'accusare di terrorismo i rifugiati. Tuttavia, il portavoce della Commissione europea precisa: le porte dell'Europa sono e restano "aperte per chi fugge da guerre e persecuzioni e cerca asilo", ma "ci difenderemo da chi cerca di attaccare il nostro modello di vita", evidenziando quindi la necessità di rafforzare i controlli alle frontiere esterne e la cooperazione tra i servizi di intelligence.

 Sul clima a Monaco e in Germania dopo i recenti fatti di violenza e sulla questione migrazioni sentiamo al microfono di Antonella Palermo il direttore del settimanale italo tedesco "Die Zeit", Giovanni Di Lorenzo:

R. – Una cosa del genere in Germania non si era mai vista. Una città praticamente spettrale e tutti pensavano che quello che da tanto tempo si temeva e cioè un attacco terroristico riuscito, questa volta sia diventato realtà. Però bisogna dire che la risposta della polizia è stata molto efficace e soprattutto non hanno in alcun modo diffuso notizie adatte a produrre panico: di panico ce n’era già abbastanza... Purtroppo, ogni forma di squilibrio mentale, ogni crimine adesso potrebbe trovare un pretesto su questo sfondo ideologico.

D. – E questo, come lo valuta lei?

R. – Veramente è un veleno che potrà nuocere molto alla società.

D. – Più in generale, invece, per riprendere i temi della Germania “accogliente” nei confronti dei profughi, dei migranti: questa sua connotazione quanto e come dà fastidio in Europa?

R. – La Germania si è dimostrata un Paese molto aperto, molto generoso: ha accolto dal settembre dell’anno scorso qualcosa come un milione e 200 mila profughi… Poi, vedere che all’interno di queste comunità di profughi ci sono degli elementi che attentano alla vita dei cittadini tedeschi sarebbe un durissimo colpo a un Paese che si è dimostrato generoso – come dicevo – ma forse anche un pochino naïf per quanto riguarda i problemi che potrebbero un giorno nascere: infatti, è impossibile anche per una società bene organizzata come la Germania integrare in così breve tempo più di un milione di profughi.








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