2016-07-26 14:03:00

S. Patrignano: cannabis di Stato aumenterà consumi e affari


Legalizzare la cannabis in Italia: il dibattito svoltosi ieri alla Camera, tra fautori e contrari, entra nel vivo dell’opinione pubblica, dopo il rinvio alle Commissione Giustizia e Affari sociali - deciso dall’Aula di Montecitorio - del disegno di legge (ddl), firmata da 221 deputati di maggioranza e opposizione, allo scopo di ricercare a settembre una maggioranza che ne assicuri l’approvazione. Tra i pareri assolutamente contrari quelli di associazioni e comunità per il recupero dei tossicodipendenti, tra cui il Centro italiano di solidarietà-Ceis, la Comunità Giovanni XXIII e la Comunità di San Patrignano. Il servizio di Roberta Gisotti:

Ogni adulto potrà coltivare fino a 5 piante di Cannabis e detenere 15 grammi in  privato e 5 in esterno del prodotto ottenuto. E si si potranno anche associare fino a 50 coltivatori. Basterà fare una comunicazione ai monopoli di Stato, riferimento per coltivare, preparare e vendere i prodotti derivati dalla cannabis. Resta proibito lo spaccio, ma si potrà cederne gratis ad altri per consumo personale. Antonio Tinelli, responsabile del Comitato sociale di San Patrignano

R. – Siamo assolutamente contrari non per una posizione ideologica, filosofica e concettuale, ma per una conoscenza del tema, specifica ed approfondita, e con una esperienza di 40 anni. Tutti i ragazzi che sono arrivati a San Patrignano, con un disagio problematico da dipendenza di droga, hanno cominciato utilizzando proprio queste cosiddette ‘droghe leggere’, che non lo sono assolutamente! Sono, invece la porta di ingresso, l’accesso primario al mondo del disagio, della tossicodipendenza. Quindi tutti hanno cominciato così! Nell’ultimo anno ne sono arrivati dieci con una dipendenza esclusiva e problematica da cannabis, quindi da hashish e da marijuana. I Paesi che hanno condotto, in Europa, una politica liberale e tollerante nei confronti di questa sostanza, ne hanno fatto risultare una diffusione elevatissima: la Spagna è la prima in Europa ed ha una legislazione molto, molto simile a quella che è stata presentata ieri in Parlamento. Altrettanto si può dire per la criminalità organizzata che ha fatto registrare in Spagna – pensate! – 172 mila chili di sequestri di cannabis nel 2015. Quindi è assolutamente un falso ideologico dire che con la legalizzazione si arresta la criminalità organizzata, in relazione allo spaccio di droga o che si limita la diffusione di droga eliminando il tabù. Piuttosto la liberalizzazione fa sì che ci sia una maggiore offerta sul mercato, una diminuzione dei prezzi e purtroppo una esplosione dei consumi.

 D. – La legge prevede che chiunque possa coltivare la cannabis senza autorizzazioni, esclusi i minori; ma senza poi prevedere alcun controllo… Che cosa potrà accadere?

 R. – Una deriva valoriale ed etica pericolosissima! Sarebbe davvero il preludio di una tragedia annunciata: nel senso che coltivare le cosiddette ‘piantine’ di cannabis, in realtà significa avere una produzione di arbusti alti due metri, di uno-due chili di marjuana per ogni pianta. Quindi stiamo parlando di un utilizzo improprio, grammaticale del lessico: utilizzare il termine di ‘piantina’ è già per noi abominevole; autorizzare poi questo tipo di coltivazione in maniera indiscriminata inevitabilmente aumenterà la diffusione e l’uso, mettendo in serio pericolo i più giovani, soprattutto i più indifesi, specie i minori.

 D. – Ecco, ci si chiede quali interessi possano essere dietro la legalizzazione ovvero chi è che potrà poi beneficiarne?

 R. – A nostro avviso l’interesse più immediato, che dal punto di vista economico questo ddl potrebbe far perseguire allo Stato è quello di fare cassa a spese delle famiglie e a spese dei più giovani e dei ragazzi. Fare cassa è risollevare le sorti del Pil. Ma sarebbe un provvedimento miope e ottuso che, in realtà, porterebbe nell’immediato un aumento dei flussi di cassa, ma successivamente ne pagheremmo uno scotto sociale davvero troppo pesante, in termini di spese sanitarie, di spese legali, di pericolosità sociale, di proporzioni davvero immense.

 D. – Fare cassa in che modo?

 R. – Il ddl prevede il monopolio nella gestione della vendita di cannabis al pubblico alla stessa stregua di quanto è successo per il gioco d’azzardo. Ricordo che il gioco d’azzardo, dalla legalizzazione ad oggi, è diventato una piaga sociale ed è cresciuto del 90 per cento in Italia, tanto da farci predisporre ad aiutare anche le tante famiglie e le tante persone che vivono questo ulteriore disagio, che si è veramente diffuso e propagato dalla sua legalizzazione in poi! Il vantaggio immediato che ne trae lo Stato e le casse dello Stato viene inevitabilmente pagato in termini sociali dai cittadini.








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