2016-07-27 12:05:00

Ventimiglia: l'ex convento dei Maristi apre le porte ai rifugiati


Procede senza sosta a Ventimiglia l’accoglienza dei migranti, il nuovo Campo gestito dalla Croce Rossa, in collaborazione con la Caritas, nel parco ferroviario del Roja, ospita oggi circa 500 rifugiati, ma sono ancora in molti ad essere rimasti fuori in attesa dell’ampliamento della struttura che garantirà altri 380 posti. Le buone notizie giungono dai Fratelli Maristi, disposti a cedere l’ex convento di Ventimiglia per favorire aiuti e ospitalità ai rifugiati in fuga dai Paesi in guerra. Tuttavia, non sarà una cessione a costo zero, infatti, il valore è stato stimato intorno ai 400 mila euro, senza contare i lavori che dovranno essere fatti per rendere abitabile l'ex convento. La diocesi del ponente ligure, ha spiegato mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, ha dato la sua disponibilità a impegnarsi finanziariamente. Michele Ungolo ha intervistato Maurizio Marmo, direttore della Caritas diocesana Ventimiglia-Sanremo:

R. - In questo momento a Ventimiglia ci sono tra i 400 e i 500 migranti accolti nel Campo nuovo che è stato aperto una decina di giorni fa. Questo Campo è gestito dalla Croce Rossa in collaborazione con noi ed altre associazioni e la chiesa di Sant’Antonio, dove accogliamo donne e bambini. Purtroppo rimangono fuori ancora delle persone che in attesa dell’ampliamento del nuovo campo si ritrovano senza particolari servizi; sono un po’ in difficoltà.

D. - Come evolverà la situazione nei prossimi giorni?

R. - La capienza del Campo dovrebbe essere raddoppiata che da 180 posti passerà a 360; quindi ci auguriamo che quasi tutti le persone che al momento sono fuori riescano ad entrare. Ci sono poi possibilità di ulteriore allargamento. Vedremo un po’ le esigenze dei prossimi giorni, perché comunque questa è una zona di transito e ci sono persone che continuamente arrivano e partono quindi il numero cambia quotidianamente.

D. - L’appello di Papa Francesco è proprio quello di aprire le porte degli ex conventi ai rifugiati. È questa la strada giusta?

R. - Sicuramente sì, perché in questa fase vengono in Italia tante persone che hanno bisogno di un’accoglienza e, se riusciamo a fornire un servizio adeguato è positivo senz’altro per loro e per le nostre città e le nostre comunità. Quindi riuscire a fornire un luogo dove potersi inserire e poi da lì ripartire per ricostruire una vita è senz’altro fondamentale. Noi di Ventimiglia viviamo, oltre alla presenza in diocesi anche di chi si ferma stabilmente in Italia, questo passaggio, questo transito di persone visto che siamo al confine.

D. - L’ex convento dei Fratelli Maristi ha comunque un costo importante. Come si pensa di affrontare questa spesa?

R. - Cercheremo risorse grazie a donatori sensibili a questo tema e che condividano l’ottica di poter  creare un luogo di accoglienza soprattutto per il passaggio, trovandoci – ripeto – in una zona di frontiera. In un anno e mezzo presso la chiesa di Sant’Antonio abbiamo registrato il passaggio di circa seimila persone. Per cui sono numeri molto elevati e significativi e questo convento potrebbe avere senz’altro questa funzione di accoglienza, oltre che magari poter essere utile per altre attività sociali con il sostegno del volontariato.

D. - Si tratta di un passo decisivo per ridare dignità a coloro che si ritrovano in Italia perché in fuga dai Paesi in guerra. In che modo avverrà l’accoglienza nelle nuove strutture?

R. - Questo nuovo campo che è stato aperto e gestito dalla Croce Rossa ha dei moduli abitativi e poi vari servizi. Quindi con l’apporto di altre associazioni dovrebbe diventare uno spazio dignitoso dove le persone possano essere ascoltate e possono avere consigli legali e informazioni. Nel convento dei Maristi vorremmo poi portare avanti delle iniziative analoghe in modo da essere pronti per le esigenze, perché può accadere che per qualche tempo il passaggio dei migranti sia inferiore e in altri momenti – come quelli che stiamo vivendo – il transito sia veramente elevato qui a Ventimiglia. 








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