La scelta della fazione jihadista Jabhat al-Nusra di cambiare nome e di annunciare la propria fuoriuscita formale dalla rete di al Qaida rappresenta “una pura mossa tattica per accreditare il simulacro di una fantomatica 'ribellione islamista moderata' che sarebbe presente nel ventaglio di forze impegnate nella guerra contro Assad. Una entità che in realtà non esiste”. Ne è convinto il gesuita siriano Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo.
Sono estremisti islamici che cambiano nome per puro tatticismo
“Cambiare il nome, e dichiarare a parole la propria uscita dalla rete di al Qaida”
dichiara il vescovo della città martire siriana all'agenzia Fides, “non cambia assolutamente
nulla sul piano della realtà. Loro sono gli stessi, esponenti delllo stesso estremismo
sunnita jihadista. Cambiano nome per puro tatticismo. Un gioco ingannevole, per provare
a presentarsi come rappresentanti di quella immaginaria 'opposizione moderata siriana'
di cui sembrano avere bisogno certi poteri per continuare a perseguire i propri disegni
sulla Siria”.
L'uscita da al Qaida per ridurre le distanze tra le fazioni jihadiste
Ieri Abu Muhammad al-Jawlani, capo militare del Fronte al Nusra, ha annunciato che
il gruppo d'ora in poi si chiamerà Jabhat Fatah Al-Sham (“Il Fronte per la Conquista
del Levante”). In un video, trasmesso in esclusiva da al-Jazeera, al-Jawlani ha confermato
anche la fuoriuscita di al Nusra dalla rete di al Qaida, motivando la decisione con
l'intento di “ridurre le distanze tra le fazioni jihadiste” operanti nel conflitto
siriano. Nello stesso video, il capo jihadista ha comunque ringraziato i vertici attuali
di al-Qaeda (la rete jihadista creata da Osama Bin Laden) "per aver compreso il bisogno
di rompere il legame". In passato, in diverse situazioni locali, le milizie di al
Nusra sono state impegnate in scontri armati per il controllo del territorio anche
con i jihadisti del cosidetto Stato Islamico (Daesh). (G.V.)
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