2016-07-30 11:57:00

Gmg. Caritas Young: i giovani alla sfida della misericordia


“La Via Crucis è stata una forte spinta per i giovani ad impegnarsi nel cammino della misericordia, accogliendo la sfida lanciata dal Papa”. E' la testimonianza dalla Gmg di Paul Galles, tra i responsabili di "Young Caritas" che ha seguito la celebrazione di venerdì sera, nell'ambito della Gmg di Cracovia, e ne commenta i punti salienti al microfono di Alessandro Gisotti:

R. – Sì, mi hanno colpito tante cose, soprattutto che ogni stazione della Via Crucis sia stata sottolineata dalla presentazione di un’opera caritativa. Hanno mostrato, dunque, come i giovani potrebbero dare un poco del loro tempo, della loro energia, del loro amore agli altri. Nello stesso tempo, però, credo che Papa Francesco abbia tanta fiducia nella creatività dei giovani stessi, che non rispondono solo a quello che già esiste, ma che inventano, seguendo le proprie idee. Alla fine, nell’Omelia, ha detto: “Dov’è Dio, quando c’è tanta sofferenza?”. E ha risposto: “E’ in quelli che soffrono”. E quando noi giovani, che accompagniamo anche i giovani, vediamo Cristo nei sofferenti, credo che la nostra vita cristiana sia davvero autentica.

D. – Cosa rappresenta per te, come giovane impegnato già con un ruolo nella Caritas, questo continuo ripetere di Papa Francesco che i giovani devono accettare le sfide, lanciarsi nella sfida della misericordia?

R. – La misericordia è una decisione, una scelta. La misericordia si deve scegliere, non è una cosa automatica. Con questo Papa Francesco fa un appello: è una chiamata alla responsabilità dei giovani, ad avere gli occhi aperti verso coloro che hanno bisogno del loro aiuto. I giovani - con la loro solidarietà, con l’amore che portano - hanno la capacità di fare la differenza.

D. – Il Papa, ancora una volta, ha chiesto soprattutto all’Europa, ma non solo, ai giovani di tutto il mondo, di essere accoglienti. Ha fatto ancora una volta un riferimento a chi fugge: ai rifugiati, ai profughi, ai migranti... Ecco, questo è un tema molto caro alla Caritas, alla Caritas Internationalis, a partire dal suo presidente, il cardinale Tagle. Come sentite questo incoraggiamento del Papa?

R. – Noi lo sentiamo come una chiamata. La rete informativa “Young Caritas in Europe” ha deciso di fare dei progetti per due anni soprattutto con i profughi e i migranti e, dunque, di condividerli anche tra di noi - tra giovani, responsabili e accompagnatori. Quello che possiamo fare è condividere ed incoraggiare. Noi, dunque, non possiamo stare con le mani in mano quando c’è una emergenza di questo tipo: noi dobbiamo agire. Credo sia questo che Papa Francesco vuole dirci.








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