2016-07-30 10:00:00

Papa all'arcivescovado: la crudeltà non è finita ad Auschwitz


La crudeltà non è finita ad Auschwitz, ma dura anche oggi nelle tante sofferenze inflitte agli uomini e alle donne nel mondo. E’ questo, in sintesi, quanto ha detto il Papa dalla finestra dell’arcivescovado di Cracovia, ripercorrendo con i giovani radunati nel piazzale antistante la sua terza intensissima giornata in terra polacca. Ma non è con la tragica attualità che Francesco si è congedato, bensì con la speranza che viene ancora una volta da Gesù che col suo amore ha preso su di sé i peccati del mondo. Il servizio di Gabriella Ceraso:

"Dobry wieczór! Oggi è stato un giorno speciale, una giornata di dolore"

E' questo il bilancio di Francesco del Venerdì trascorso in Polonia. Nel giorno in cui ricordiamo la morte di Gesù, con i giovani, racconta, abbiamo finito la giornata con il rito della Via Crucis, pregando uniti a Gesù sofferente, duemila anni fa, come oggi in tanti malati; in chi è in guerra; nei senzatetto; negli affamati; nei dubbiosi che non sentono la felicità o che si sentono col peso del proprio peccato.

Nel pomeriggio poi la visita all'ospedale. Anche lì Gesù soffre, sottolinea il Pontefice, e lo fa in tanti bambini ammalati: una sofferenza che, in questo caso, non ha risposte. Tornando infine alla mattinata, il Papa rivive il dolore provato nella visita ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, un dolore, dice, che risale a 70 anni fa, ma che non è finito:

"Quanto dolore, quanta crudeltà! Ma è possibile che noi uomini, creati a somiglianza di Dio, siamo capaci di fare queste cose? Le cose sono state fatte. Io non vorrei amareggiarvi, ma devo dire la verità. La crudeltà non è finita ad Auschwitz, a Birkenau: anche oggi, oggi si tortura la gente; tanti prigionieri sono torturati, subito, per farli parlare… E’ terribile! Oggi ci sono uomini e donne nelle carceri sovraffollate; vivono – scusatemi – come animali"

Oggi c’è questa crudeltà, prosegue il Papa, e in tanti posti del mondo dove c'è la guerra succede la stessa cosa. Ma c'è anche un'altra realtà da non dimenticare. Cioè che Gesù è venuto per portare tutto questo dolore sulle proprie spalle. E ci chiede di pregare. Da qui la richiesta del Papa alla piazza gremita:

"Preghiamo per tutti i Gesù che oggi sono nel mondo. Preghiamo per i tanti ammalati, bambini innocenti, i quali portano la Croce da bambini. E preghiamo per tanti uomini e donne che oggi sono torturati"

Una tragica attualità che non soffoca però la speranza, perchè col dolore, ribadisce Francesco, Gesù ha preso su di sè anche il nostro peccato. E su questo il Papa si congeda prima della recita dell'Ave Maria con tutta i presenti:

"Tutti qui siamo peccatori, tutti abbiamo il peso dei nostri peccati. Non so … se qualcuno non si sente peccatore alzi la mano! Tutti siamo peccatori. Ma Lui ci ama: ci ama! E facciamo come peccatori, ma figli di Dio, figli di suo Padre. Facciamo tutti insieme una preghiera per questa gente che soffre oggi nel mondo, tante cose brutte, tante cattiverie. E quando ci sono le lacrime, il bambino cerca la mamma. Anche noi peccatori siamo bambini, cerchiamo la mamma e preghiamo la Madonna tutti insieme, ognuno nella propria lingua".








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