2016-08-01 12:41:00

Bagnasco: da musulmani segno importante contro la barbarie


Migliaia di musulmani sono entrati ieri nelle chiese in Francia e Italia per essere presenti alle Messe della domenica in segno di fraternità dopo il barbaro omicidio di padre Jacques Hamel, compiuto proprio durante la celebrazione eucaristica. Quasi una risposta a quanto ha detto il Papa: non è giusto identificare l’islam con la violenza. Ascoltiamo il commento del presidente dei vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, intervistato da Sergio Centofanti al rientro dalla Gmg di Cracovia:

R. – Assolutamente no. Infatti subito dopo quel fatto gravissimo della morte, dell’uccisione violenta di quel sacerdote in Normandia, i vescovi italiani hanno chiesto un grande aiuto al mondo islamico moderato, perché riteniamo che la prima reazione migliore sia proprio quella di una voce unitaria di condanna assoluta e senza esitazione da parte di tutto il mondo islamico moderato. E questo c’è stato proprio ieri in molte parti della nostra Italia e di questo siamo molto rallegrati. E’ un segno: non è nient’altro che un segno, ma un segno – ripeto - molto importante e molto significativo!

D. – Ci sono stati dei settori cattolici tradizionalisti che hanno criticato questa presenza di musulmani nelle chiese, sia in Italia che in Francia…

R. – Veramente non capisco il motivo. Il motivo non mi sembra propri esistente: è un segno di una presenza che vuole essere una parola di condanna, di presa di distanza assoluta, chiara, da parte di tutti coloro, musulmani innanzitutto ma non solo, che non accettano alcuna forma di violenza, ammantata da nessuna ragione e tantomeno di carattere religioso.

D. – Quali altre iniziative – a suo avviso – si potrebbero prendere affinché i musulmani possano sempre più chiaramente prendere le distanze dalla violenza estremista?

R. – Sicuramente questa è una valutazione che daranno loro. Ci auguriamo che ci siano altri segni di condanna da parte dei moderati e dei non fondamentalisti, perché – torno a ripetere – la prima, giusta, buona e forse più efficace reazione a questa barbarie deve venire anzitutto da loro, in quanto moderati, in quanto non fanatici, in quanto persone di buon senso in sostanza. L’Occidente deve fare assolutamente la sua parte, anzitutto sul piano spirituale e culturale, perché un’Europa che non ha nulla da dire a nessuno non può parlare con nessuno.

D. – Dalla Gmg di Cracovia, comunque, giunge un grande messaggio di fiducia?

R. – Sicuramente, ma non solo di fiducia in termini emotivi: sarebbe troppo poco evidentemente. Una fiducia che, però, ha trovato ancora una volta nelle parole e nella presenza del Papa una forte spinta e una grande motivazione e poi dalla presenza di questi ragazzi, che è una presenza – nonostante le fatiche dei giorni, perché è chiaro che sono giorni molto impegnativi quelli delle Giornate mondiali, di giovani che sono sempre e rimangono giovani pieni di gioia, di speranza, di allegria e di grande serietà: perché le catechesi che abbiamo fatto noi vescovi ai vari gruppi di ragazzi hanno visto molta attenzione e delle domande da parte loro molto serie, molto profonde. Ecco il mondo nuovo che sta nascendo, che sta venendo avanti! Questa è una grande fiducia e una grande speranza.








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