2016-08-01 13:13:00

Gmg: premier polacco, la famiglia nel futuro dei giovani


Sul significato della visita di Papa Francesco in Polonia, in occasione della XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, il nostro inviato a Cracovia Alessandro Gisotti ha intervistato il primo ministro polacco, la signora Beata Maria Szydło:

R. - Ho avuto l’occasione di parlare con il Santo Padre non tanto tempo fa, quando cioè sono andata a invitarlo in Polonia, prima della Gmg. E quando abbiamo parlato, Egli si è mostrato molto interessato al Paese, ha fatto domande sulle famiglie, su come i polacchi percepiscono diverse questioni, diversi problemi. E allora mi sono resa conto che la Polonia è, per il Santo Padre, il Paese che gli è vicino per la figura di Giovanni Paolo II. Mi ha detto: “So che in agosto i polacchi si recano in diversi pellegrinaggi, che in Polonia è sempre viva la tradizione di recarsi in pellegrinaggio”. Sono contenta che il Santo Padre sia potuto venire in Polonia, abbia potuto “sentire” la Polonia, conoscere la gente. Spero che l’incontro coi polacchi sia stato per lui una sorpresa positiva ed anche la realizzazione della sua idea sulla Polonia: che – semplicemente – il Santo Padre si sia sentito molto bene da noi.

D. - Lei ha vissuto molti dei momenti del Santo Padre in Polonia. Ce n’è qualcuno che l’ha colpita in modo particolare?

R. - Per me ogni gesto, ogni parola del Papa in Polonia sono stati molto importanti e molto toccanti. Ho l’impressione che il Santo Padre sappia in un modo molto semplice ma anche molto toccante esprimere ciò che vuole trasmettere. E’ un uomo straordinariamente cordiale, che entra in contatto con un'altra persona in modo immediato, tanto che ogni persona si sente a proprio agio in sua presenza: davvero formidabile! Per me, certamente, un’esperienza molto toccante è stata la visita del Papa ad Auschwitz-Birkenau, ma questo è legato con il fatto che io provengo da lì, da Oswiecim. E’ lì che sono nata, da bambina la storia di questo luogo in un certo modo riguardava anche me. Ho conosciuto, anzi, conosco delle persone che sono testimoni di questa storia. Sono stata ad Auschwitz-Birkenau anche in occasione delle visite di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI ed ora per quella di Papa Francesco. Ogni volta si trattava di un differente modo di rivivere questa storia, ma è stato sempre un momento molto toccante. Penso che la presenza del Santo Padre in quel luogo, in un giorno particolare - perché si trattava dell’anniversario del giorno in cui San Massimiliano Kolbe, durante l’appello, si offrì di morire al posto di un altro prigioniero - abbia fatto sì che questa giornata assumesse un valore simbolico.

D. - Nel primo discorso al Wawel, Papa Francesco ha parlato di alcuni temi forti: i migranti, la famiglia, la difesa della vita. Come ha accolto le parole del Pontefice?

R. - Già visitando il Santo Padre in Vaticano ho parlato con lui di questi temi. In quell’occasione mi ha domandato quale sia l’atteggiamento dei polacchi verso l’aborto, come in Polonia si articoli la politica in favore della famiglia. Penso dunque che si tratti di temi molto importanti per il Santo Padre e il fatto che lui continuamente sottolinei il valore della famiglia è straordinario, perché nel mondo contemporaneo è stato un po’ perso il valore della famiglia tradizionale, che cioè si appoggia su dei valori. Devo anche dire che in questi giorni della visita del Santo Padre in Polonia sono apparsi i nuovi dati del nostro Ufficio di statistica, da cui risulta che attualmente in Polonia si contraggono più matrimoni ed è diminuito il numero delle separazioni. Questo ci rallegra molto perché dimostra che stiamo tornando al ruolo tradizionale della famiglia e per il mio governo e per me personalmente questo è estremamente importante. Sono contenta che il Santo Padre abbia parlato di questo soprattutto ai giovani, che si trovano sulla soglia della maturità e certamente dovranno prendere in considerazione il fatto di formare una famiglia. Mi sembra dunque molto importante nel mondo contemporaneo l’insegnamento del Santo Padre. Il tema dei migranti, delle migrazioni in Europa è poi molto importante e molto doloroso, ma non è un problema facile da risolvere. Perciò il Santo Padre ci insegna ad aprirci ai bisognosi. Dobbiamo dunque cercare di farlo nel modo migliore, facendo sì che quelli che oggi si trovano in difficoltà, la cui vita è minacciata, perché provengono da Paesi in cui c’è guerra, possano ricevere il nostro aiuto. Ma nello stesso tempo dobbiamo riflettere cosa fare e in che modo agire per garantire la sicurezza, cosicché non si approfittino di queste situazioni persone che vogliono minare la sicurezza, alzando la mano contro gente innocente. Penso che il Papa ci abbia lasciato un grande insegnamento che ancora per molto tempo dovrà essere approfondito: parole e idee che rimangono molto importanti per noi.

D. – Cosa infine i giovani del mondo hanno donato alla Polonia?

R. - Spero che abbiano lasciato qui i loro cuori e che avranno il desiderio di tornaci. Ci hanno lasciato moltissima gioia, esperienze straordinarie. Sono stati stupendi, sorridenti. Certamente ci hanno insegnato molto. Io – lo ho affermato parecchie volte – sono molto fiduciosa sul futuro dell’Europa e del mondo, perché se questi giovani continueranno con tanta dedizione e tanta energia a realizzare i loro sogni, basandosi sui valori, e se – come ha detto Francesco – non si accontenteranno di rimanere fermi sui divani, non comunicando con Dio solo attraverso gli sms, allora possiamo essere fiduciosi che le cose del mondo prenderanno una buona direzione. Penso che loro stessi non lasceranno che vada perso ciò che ci hanno fatto vedere in questi giorni, non lasceranno perdere i valori. Siamo molto contenti perché si sono divertiti qui, ma ci hanno anche mostrato come si fa comunità. Vorrei inoltre ringraziare le famiglie polacche che hanno ospitato i pellegrini e ringraziare i volontari, perché questa è stata anche per noi l’opportunità di far vedere noi stessi, far vedere la Polonia e la sua gente. Molti di quei giovani hanno visitato la Polonia per la prima volta e, considerando il fatto che sono stati accolti coì bene dalle famiglie locali, credo che tornando a casa racconteranno di un Paese sicuro e bello, in cui vivono persone stupende. E tale Paese è la Polonia.








All the contents on this site are copyrighted ©.