2016-08-02 14:31:00

Caporalato, sì del Senato a ddl. Flai Cgil: legge fondamentale


Giornata importante quella di ieri nella lotta allo sfruttamento lavorativo: l’aula del Senato con 190 "sì", nessun "no" e 32 astenuti ha approvato il disegno di legge contro il caporalato che ora passa alla Camera per l’approvazione definitiva. Soddisfazione di Flai Cgil-Federazione Lavoratori Agroindustria, il cui segretario generale, Ivana Galli, sempre ieri aveva accompagnato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, un gruppo di braccianti pugliesi. Alla Boldrini era stato inoltre consegnato l’ultimo rapporto del Sindacato, “Agromafie e caporalato”. Francesca Sabatinelli ha intervistato Ivana Galli:

R. – C’è una condizione di sfruttamento, di sotto salario, di difficoltà rispetto anche alla carenza di servizi igienici e di sicurezza. Soprattutto, però, si parla di sotto-salario e di sfruttamento, perché non vengono dichiarate le giornate effettivamente lavorate. E’ una condizione che vede le persone costrette al ricatto, perché assunte tramite il caporale, la loro assunzione passa attraverso il caporale, lo devono pagare per poter avere il lavoro, devono pagare il trasporto, devono pagare l’acqua. Nel Rapporto abbiamo stimato che sono circa 400 mila nel nostro Paese i lavoratori – tra lavoratrici e lavoratori e migranti in genere – che vivono sotto caporale: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Sicilia alla Puglia, dalla Calabria alla Campania. Il terzo "Rapporto Agromafia e Caporalato", del nostro Osservatorio Placido Rizzotto, descrive questo fenomeno trattando anche la transumanza dei lavoratori, soprattutto migranti, che si spostano dal nord al sud, che seguono praticamente la stagionalità, che seguono le campagne di raccolta. Questo Rapporto descrive come il fenomeno si stia infiltrando non solo nell’agricoltura, ma anche in altri settori produttivi.

D. – Dalla presidente della Camera, ieri, c’era anche il marito di Paola Clemente, morta l’anno scorso per le fatiche del suo lavoro mentre raccoglieva l’uva. Si è parlato moltissimo di questa donna, ma in questo anno è cambiato qualcosa?

R. – Diciamo “purtroppo” – se me lo può passare – la morte della signora Paola Clemente ha portato alla ribalta nazionale il fenomeno dello sfruttamento e del caporalato... Io dico purtroppo. La signora Paola, con la sua morte, l’anno scorso ad agosto, ha in qualche modo fatto esplodere il problema, facendolo diventare un tema nazionale. L’anno scorso poi ci sono state anche altri morti, sempre dovute al tempo, alla fatica, allo stress, alle tante ore di lavoro. La morte della signora Paola ha contribuito ad accelerare un percorso e una discussione, c’è stata una inversione, tant’è che a gennaio-febbraio è stato presentato dai tre ministri (Martina, Poletti e Orlando) questo Disegno di Legge di contrasto allo sfruttamento e al caporalato in agricoltura.

D. – Quali sono i punti fondamentali di questo Ddl, che voi, immagino, condividiate?

R. – Condividiamo. E’ un testo importante – importantissimo – perché riscrive l’art. 603 bis che qualche anno fa ha introdotto il reato di caporalato, introduce anche il reato di sfruttamento, quindi la riscrittura del 603 bis e l’introduzione del reato di sfruttamento pone in carico anche in capo alla azienda la responsabilità di utilizzo del caporale per quanto riguarda l’assunzione di manodopera. Non è più soltanto ed esclusivamente una responsabilità del caporale che intermedia illecitamente la manodopera in agricoltura, ma la responsabilità è anche in capo all’impresa che ricorre al caporale per l’assunzione e l’utilizzo della manodopera in agricoltura. Prima la responsabilità era solo del caporale, mentre adesso la legge introduce una responsabilità anche in capo all’azienda.








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