2016-08-02 08:10:00

Libia: a Sirte i primi raid Usa contro le postazioni dell'Is


Primi raid americani contro il sedicente stato islamico a Sirte in Libia: l’accelerazione della lotta al terrorismo autorizzata da Obama è avvenuta su richiesta del governo di unità nazionale libico. Secondo il Pentagono i jihadisti avrebbero già subito "pesanti perdite". Per gli analisti, la svolta di Washington potrebbe favorire la vittoria alla presidenza Usa di Hillary Clinton. Adriana Masotti



La Libia di nuovo in primo piano dopo i bombardamenti effettuati ieri a Sirte dai caccia bombardieri Usa contro le postazioni del sedicente Stato islamico nel paese. Si tratta del primo coinvolgimento americano, con qualche singola eccezione, dalle operazione del 2011 che portarono alla caduta di Gheddafi.

Il Pentagono ha specificato che l'azione è stata richiesta dal governo del premier Fayez al Serraj, riconosciuto legittimo dalla comunità internazionale, e andrà avanti fino a quando le autorità libiche lo riterranno opportuno. A Sirte ci sono circa 1.000 combattenti dell'Is, ha affermato il portavoce del Pentagono, Peter Cook, secondo cui i primi raid “di precisione” coordinati “con forze locali capaci e motivate" hanno inflitto ai jihadisti “pesanti perdite”.
L'offensiva militare autorizzata dal presidente Usa, Obama a sostegno delle forze del governo di Tripoli, apre di fatto un nuovo fronte di guerra degli americani nella lotta all'organizzazione terrorista, dopo quello in Siria e in Iraq.
Ad annunciare le operazioni era stato lo stesso Sarraj in un discorso alla tv ieri pomeriggio rivelando che il suo governo aveva chiesto un "sostegno diretto agli Stati Uniti" per "operare nella sola area di Sirte e per un periodo di tempo limitato con raid aerei e senza truppe sul terreno". Obiettivo dei raid depositi di munizioni e di armi di grosso calibro, blindati e nodi strategici di comando e di controllo militare necessari ai jihadisti nella loro avanzata.

L'accelerazione alla lotta all’Is decisa dagli Usa in Libia, potrebbe essere accompagnata in ottobre, poco prima del voto, da un’ offensiva finale in Iraq per la riconquista di Mosul e, secondo gli osservatori, questa maggiore presenza americana nella lotta al terrorismo, potrebbe favorire Hillary Clinton alle elezioni, facendo cadere le teorie dei repubblicani sulla mancata azione dei democratici contro l'Isis.
I raid sono stati valutati "positivamente dall'Italia" ha reso noto la Farnesina, precisando che Roma "incoraggia a realizzare le iniziative per ridare stabilità e pace ai libici". Smentito però qualunque coinvolgimento aereo o logistico nelle operazioni.
 








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