Primi raid americani contro il sedicente stato islamico a Sirte in Libia: l’accelerazione della lotta al terrorismo autorizzata da Obama è avvenuta su richiesta del governo di unità nazionale libico. Secondo il Pentagono i jihadisti avrebbero già subito "pesanti perdite". Per gli analisti, la svolta di Washington potrebbe favorire la vittoria alla presidenza Usa di Hillary Clinton. Adriana Masotti
La Libia di nuovo in primo piano dopo i bombardamenti effettuati ieri a Sirte dai
caccia bombardieri Usa contro le postazioni del sedicente Stato islamico nel paese.
Si tratta del primo coinvolgimento americano, con qualche singola eccezione, dalle
operazione del 2011 che portarono alla caduta di Gheddafi.
Il Pentagono ha specificato che l'azione è stata richiesta dal governo del premier
Fayez al Serraj, riconosciuto legittimo dalla comunità internazionale, e andrà avanti
fino a quando le autorità libiche lo riterranno opportuno. A Sirte ci sono circa 1.000
combattenti dell'Is, ha affermato il portavoce del Pentagono, Peter Cook, secondo
cui i primi raid “di precisione” coordinati “con forze locali capaci e motivate" hanno
inflitto ai jihadisti “pesanti perdite”.
L'offensiva militare autorizzata dal presidente Usa, Obama a sostegno delle forze
del governo di Tripoli, apre di fatto un nuovo fronte di guerra degli americani nella
lotta all'organizzazione terrorista, dopo quello in Siria e in Iraq.
Ad annunciare le operazioni era stato lo stesso Sarraj in un discorso alla tv ieri
pomeriggio rivelando che il suo governo aveva chiesto un "sostegno diretto agli Stati
Uniti" per "operare nella sola area di Sirte e per un periodo di tempo limitato con
raid aerei e senza truppe sul terreno". Obiettivo dei raid depositi di munizioni e
di armi di grosso calibro, blindati e nodi strategici di comando e di controllo militare
necessari ai jihadisti nella loro avanzata.
L'accelerazione alla lotta all’Is decisa dagli Usa in Libia, potrebbe essere accompagnata
in ottobre, poco prima del voto, da un’ offensiva finale in Iraq per la riconquista
di Mosul e, secondo gli osservatori, questa maggiore presenza americana nella lotta
al terrorismo, potrebbe favorire Hillary Clinton alle elezioni, facendo cadere le
teorie dei repubblicani sulla mancata azione dei democratici contro l'Isis.
I raid sono stati valutati "positivamente dall'Italia" ha reso noto la Farnesina,
precisando che Roma "incoraggia a realizzare le iniziative per ridare stabilità e
pace ai libici". Smentito però qualunque coinvolgimento aereo o logistico nelle operazioni.
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