2016-08-03 14:00:00

Lateranense: corso di Management pastorale sul fenomeno migratorio


Fare bene il bene, soprattutto quando ci si deve occupare di questioni delicate e complesse come quelle economiche. Questo l'obiettivo della Scuola Internazionale di Management Pastorale promosso dalla Pontificia Universitá Lateranense. Il corso di quest’anno è indirizzato alla gestione del flusso migratorio, anche a seguito dell’intesa con il Ministero dell’Interno che permette all'Università di dare ospitalità e formazione a 20 ragazzi rifugiati provenienti da Iraq, Eritrea e Siria. Michele Ungolo ne ha parlato con il rettore della Lateranense, mons. Enrico Dal Covolo:

R. – L’intento del corso è quello di mettere insieme adeguatamente e con efficacia i vari elementi necessari per una buona gestione pastorale di istituzioni, parrocchie, enti, tenendo conto delle sfide del momento presente.

D. - A chi è rivolto il master in management pastorale?

R. - La scuola è rivolta ad operatori pastorali in genere, siano essi laici, sacerdoti o religiosi.

D. - E per quali enti è pensato, in particolare? 

R. - Il corso è pensato per le istituzioni ecclesiali in primo luogo; la riflessione che noi abbiamo fatto è questa: molte volte la formazione dei seminaristi o degli operatori pastorali in genere non tiene sufficientemente conto di questi aspetti di gestione economica, di leadership, di capacità comunicativa e di reperimento di fondi. Spesso una persona deve improvvisare. A volte va bene, a volte purtroppo come è successo va male, la persona si trova in difficoltà; ci sono giovani sacerdoti che fanno tristi esperienze proprio all’inizio del loro ministero.

D. - Perché secondo lei questo aspetto negli anni è stato un po’ sottovalutato?

R. - La formazione sacerdotale è rimasta molto legata ai percorsi tradizionali di filosofia, di teologia; via via si sono aggiunte varie discipline, però le “discipline dure” come economia e finanza non sono rientrate nella formazione specifica del sacerdote.

D. - Qual è dunque l’obiettivo del corso?

R. - Preparare operatori pastorali, siano essi laici, sacerdoti o religiosi, in grado di gestire la complessità del momento presente senza lasciarsi imbrogliare da operazioni bancarie disinvolte, che abbiano capacità di leadership nei confronti delle istituzioni e delle persone con cui si correlano e saper controllare e gestire le risorse della comunicazione.

D. - Quanti studenti sono iscritti?

R. - Si sono sovrapposte due edizioni: la prima è iniziata nel febbraio del 2015 e si è conclusa a poche settimane; nel frattempo è iniziata la seconda edizione e presto ne partirà una terza. Nell’insieme al momento hanno frequentato il corso 35 studenti e altri 35 lo stanno frequentando.

D. - Cosa si aspetta da questo percorso?

R. - Mi aspetto che il corso mantenga le sue promesse, cioè che ciò che ci siamo proposti corrisponda veramente alla realtà. Devo dire che i risultati che abbiamo ottenuto sono molto incoraggianti e quindi pensiamo che la sfida è stata raggiunta.








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