2016-08-04 10:18:00

Il Papa incontra i Domenicani: ampia sintesi del discorso


Un Gesuita tra Francescani e Domenicani. Papa Francesco ha ricevuto stamani i partecipanti al Capitolo Generale dell’Ordine dei Frati Predicatori, i Domenicani, guidati dal maestro generale, fra Bruno Cadoré. “Oggi – ha esordito il Papa parlando in spagnolo - potremmo descrivere questa giornata come ‘un gesuita tra i frati’: perché la mattina sono con voi e nel pomeriggio ad Assisi con i Francescani”.

Quest'anno – ha ricordato il Papa - ha un significato speciale per i Domenicani che festeggiano l’ottavo centenario del riconoscimento dato da Papa Onorio III. Esprime la sua gratitudine per il “significativo contributo” dei Domenicani alla Chiesa e la loro collaborazione con la Sede Apostolica “in spirito di fedele servizio”, dalle sue origini fino ad oggi.

“L'ottavo centenario – ha proseguito il Papa - ci porta a fare memoria di uomini e donne di fede e lettere, contemplativi e missionari, martiri e apostoli della carità, che hanno portato la carezza e la tenerezza di Dio in tutto il mondo, arricchendo la Chiesa e mostrando nuove possibilità di incarnare il Vangelo attraverso la predicazione, la testimonianza e la carità”: sono i “tre pilastri” che tracciano il futuro dell'Ordine, mantenendo la freschezza del carisma.

Dio - ha osservato - ha spinto Domenico a fondare un "Ordine dei Predicatori", essendo "la predicazione la missione che Gesù ha affidato agli Apostoli. È la Parola di Dio che brucia dentro e spinge a uscire per annunciare Gesù Cristo a tutti i popoli (cfr Mt 28,19-20). Il padre fondatore disse: "Contemplare e poi insegnare". Evangelizzati da Dio per evangelizzare. Senza una forte unione personale con lui, la predicazione può essere molto perfetta e motivata, e anche ammirevole, però non toccherà il cuore, che è ciò che deve cambiare. E’ tanto imprescindibile lo studio serio e assiduo della questioni teologiche, quanto tutto ciò che permette di avvicinarci alla realtà e porgrere l'orecchio al popolo di Dio. Il predicatore è un contemplativo della Parola e lo è anche della gente, che spera di essere compresa (cfr Evangelii Gaudium, 154)”.

Trasmettere più efficacemente la Parola di Dio - ha ancora detto il Papa - "richiede la testimonianza: maestri fedeli alla verità e coraggiosi testimoni del Vangelo. Il testimone incarna l'insegnamento, lo fa tangibile, coinvolgente, e non lascia indifferente nessuno; aggiunge alla verità la gioia del Vangelo, quella di sapere di essere amati da Dio e oggetto della sua infinita misericordia (cfr ibid, 142)”.

San Domenico diceva ai suoi: "Con i piedi nudi, andiamo a predicare". Ci ricorda – ha detto il Papa – l’episodio del roveto ardente, quando Dio disse a Mosè: «Togli i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra sacra" (Es 3,5). “Il buon predicatore è consapevole del fatto che si muove su un terreno sacro, perché la Parola che porta con sé è sacra, e i anche i suoi destinatari lo sono. I fedeli non solo hanno bisogno di ricevere la Parola nella sua integrità, ma anche sperimentare la testimonianza di vita di chi predica (cfr Evangelii Gaudium, 171). I santi hanno ottenuto frutti abbondanti perché la loro vita e la loro missione parlano con il linguaggio del cuore, che non conosce barriere ed è comprensibile da tutti”.

Infine, “il predicatore e il testimone – ha proseguito il Papa – devono esserlo nella carità”. Altrimenti saranno discutibili e sospetti. San Domenico ha avuto un dilemma, all'inizio della sua vita, che ha segnato tutta la sua esistenza: "Come posso studiare con la pelle morta, quando la carne di Cristo soffre". “E' il corpo di Cristo vivo e sofferente – ha spiegato il Papa - che urla al predicatore e non lo lascia tranquillo. Il grido dei poveri e degli scartati sveglia, e ci fa capire che Gesù aveva compassione per la gente (Mt 15,32)”.

Guardando intorno a noi – ha rilevato il Papa – “vediamo che gli uomini e le donne di oggi sono assetati di Dio. Essi sono la carne viva di Cristo, che grida: ‘Ho sete’ di una parola vera e liberatrice, di un gesto fraterno e di tenerezza. Questo grido ci interpella e deve essere” ciò che “dà vita alle strutture e ai programmi pastorali. Pensate a questo quando riflettete sulla necessità di adeguare la struttura organizzativa dell'Ordine, per discernere la risposta che si dà a questo grido di Dio. Quanto più si esce per placare la sete degli altri, tanto più saremo predicatori della verità, di questa verità annunciata dall’amore e dalla misericordia, di cui parla Santa Caterina da Siena (cfr Libro della Divina Dottrina, 35). Nell'incontro con la carne viva di Cristo siamo evangelizzati e riscopriamo la passione di essere predicatori e testimoni del suo amore. E ci liberiamo dalla pericolosa tentazione tanto attuale oggi dello gnosticismo”.

Il Papa ha così concluso: “Cari fratelli e sorelle, con un cuore grato per i beni ricevuti dal Signore dal vostro Ordine e dalla Chiesa, vi incoraggio a seguire con gioia il carisma ispirato a San Domenico e che è stato vissuto con sfumature diverse da molti santi della famiglia domenicana. Il suo esempio spinge ad affrontare il futuro con speranza, sapendo che Dio rinnova sempre tutto ... e non delude. La nostra Madre, la Madonna del Rosario, interceda per voi e vi protegga, perché siate predicatori e coraggiosi testimoni dell'amore di Dio. Grazie!”.








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