2016-08-05 14:38:00

Obama su Siria: avanti contro Is , ma Mosca non collabora


E’ di nuovo frattura Mosca-Washington sulla soluzione della crisi siriana. Così all’indomani del vertice al Pentagono in cui il presidente Obama, dopo aver assicurato la continuità nella lotta allo Stato islamico, ha criticato la Russia perché non vuole o non riesce a tutelare il cessate-il-fuoco. Dunque, quale è l’entità di questo scontro internazionale e quali i riflessi sulla questione terrorismo? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Raffaele Marchetti, docente di Relazioni internazionali all’Università Luiss Guido Carli di Roma:

R. – Sinceramente, la Russia vuole mantenere, a parte la sua presenza militare – sappiamo che la Russia ha basi aeree e navali in Siria – anche la sua presenza geopolitica, cioè un sostegno all’arco sciita al quale la Russia non vuole rinunciare, perché è il suo "grimaldello" per avere un ruolo in Medio Oriente.

D. – Quindi, ha ragione Obama quando dice che forse non fa a sufficienza o forse non vuole raggiungere il cessate-il-fuoco?

R. – Certo. Non vuole tutelarlo. Adesso è chiaro che l’azione portata avanti in questi giorni dal governo di Assad punta a una vittoria sul campo, a riconquistare Aleppo e quindi chiudere la partita. Se tu alla fine riesci ad avere il controllo di fatto del territorio, poi detti le regole. Sembra che si vada in questa direzione, con l’avallo della Russia…

D. – E queste frecciate che Kerry – e ieri Obama – lanciano a Mosca, cosa sono?

R. – Io direi che sono schermaglie abbastanza diplomatiche e hanno una valenza politica piuttosto bassa. Certo, ci sono stati momenti di coordinamento, non di vera e propria cooperazione militare, ma adesso la Russia ha incominciato di nuovo a marciare da sola in Siria perché fondamentalmente si rende conto che c’è un’opportunità, cioè l’opportunità, per il regime di Assad, di riconquistare il territorio.

D. – Quello che sta succedendo in Siria si amplifica e si raddoppia anche sul territorio libico?

R. – Sì, sebbene con ruoli rovesciati, perché lì abbiamo la capitale che è sostenuta dagli Stati Uniti e invece l’Aleppo della situazione, che in quel caso è Tobruk, che è invece sostenuta da altre fazioni che non riconoscono l’indipendenza. La Russia sta appoggiando, attraverso l’Egitto, Haftar e quindi da questo punto di vista anche in Libia la Russia gioca un ruolo importante. Si trova su un fronte contrapposto rispetto all’America perché sostiene Tobruk, sostiene il generale Haftar e la Cirenaica, che non riconosce l’autorità di al Sarraj. A questo punto, le due partite si incrociano molto e forse non sarà possibile risolvere l’una se non si risolve anche l’altra.

D. – Ci può essere, con tutto ciò un riflesso sul terrorismo internazionale?

R. – Certamente. Nel momento in cui l’Isis è sotto attacco ha bisogno di dimostrare che invece è ancora all’altezza di competere con le grandi potenze europee. Quindi ci si aspetta che ci sia una risposta di questo tipo.








All the contents on this site are copyrighted ©.