2016-08-06 14:48:00

Papa alla Porziuncola. Card. Bassetti: solo il perdono rinnova il mondo


E’ ancora forte l’eco della visita, giovedì scorso, di Papa Francesco alla Porziuncola nell’ottavo centenario del Perdono di Assisi. A colpire il cuore dei tanti che hanno seguito l’evento, non solo le parole del Santo Padre sulla necessità di imparare a perdonare, ma anche un gesto concreto ed inaspettato: la Confessione in Basilica di diciannove persone. Federico Piana ne ha parlato con il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza  episcopale umbra:

R. – Il gesto va calato in due contesti. Il primo è la lettura del Vangelo di Matteo che il Papa ha commentato in maniera eccezionale, soprattutto anche per i tanti giovani che erano presenti, perché parlava non soltanto con le parole ma anche con i gesti. Per esempio, dice: “Te la farò pagare”, noi siamo soliti dire; oppure quando ha pensato all’incontro tra il figliol prodigo con il padre e il figliol prodigo dice: “Padre, ho peccato”, dice: “Gli tappa la bocca”, “gli ha tappato la bocca, non gli ha fatto finire la frase”: anche questi gesti … E poi, soprattutto quel contenuto fortissimo, perché è andato subito al cuore dei fedeli, non ha avuto mezzi termini, ha detto che solo il perdono può rinnovare la Chiesa e il mondo e non ha detto altre cose. Troppe persone – e l’ha ribadito – vivono nel rancore e nell’odio. E poi: “Perché perdonare a chi ti ha fatto del male? Perché tu sei stato perdonato!”. Con i gesti, con le parole, con gli sguardi veramente ha fatto una catechesi formidabile. Per cui, la conclusione non poteva essere che questa, secondo me: “E ora, andiamo tutti a lavarci nel perdono di Dio che è il Sacramento della riconciliazione”. Dice: “Io vado, se i vescovi vogliono seguirmi …”, ed è stata tutta una mobilitazione. E la gente era stata preparata alla confessione, altrimenti non si sarebbe potuto improvvisare in quel contesto un esame di coscienza. Poi, secondo me, c’è anche un altro significato per certi aspetti ancora più profondo. Noi lo sappiamo che il Sacramento della penitenza è in crisi: la gente non va a confessarsi, non sa più confessarsi …  Il Papa, che è il Successore di Pietro ed è il primo responsabile anche dei Sacramenti della Chiesa, ha voluto veramente valorizzare fino in fondo questo Sacramento così necessario per la vita cristiana.

D. – Secondo lei, quali saranno i frutti che porterà questo esempio di Papa Francesco?

R. – Sicuramente anche una riflessione molto seria sul Sacramento della penitenza, perché delle 19 persone che si sono avvicinate – io ero abbastanza vicino al suo confessionale – tantissimi erano giovani. Ora, che i ragazzi e i giovani riscoprano il Sacramento della penitenza, è già – secondo me – uno dei frutti; e poi, questo insistere: “Alzi la mano chi non ha bisogno di perdono!”, ancora poco prima di partire con l’elicottero … Poi ha voluto dire l’Ave Maria, ha benedetto … sembrava Gesù che saliva al cielo. Poi, con una mano continuava a salutare … Ma è bello: “Alzi la mano chi non ha bisogno di perdono!”. Il Papa ha voluto fare una catechesi esemplare e lasciare uno dei segni più belli del Giubileo. E questo è rimasto – glielo posso dire – nel cuore della nostra gente che io incontro: sono anche tornato in due comunità e tutti parlano di questo perché hanno visto, anche attraverso la televisione … Secondo me, è qualcosa che veramente rimarrà …

D. – Bisogna ricordare anche il fatto che questa visita di Papa Francesco è avvenuta in due momenti particolari: l’VIII centenario dell’Indulgenza e del Perdono, che è stata chiesta da Francesco nel 1216, e poi il Giubileo della Misericordia …

R. – Questo del Perdono di Assisi è stato uno degli eventi ecclesiali più notevoli del secondo millennio. Non per niente, il Papa ha esordito con le stesse parole con cui, dopo avere ottenuto questo Perdono dal Papa, San Francesco si rivolse alla folla dicendo: “Ho una gran notizia bella da darvi: voglio portarvi tutti in Paradiso!”, e annuncia il perdono. Il Papa ha esordito proprio con quelle stesse parole. Se noi pensiamo anche al contesto, che uno poteva ricevere l’indulgenza plenaria dei propri peccati soltanto in quattro luoghi del mondo – Santiago di Compostela, il Santuario di San Michele Arcangelo al Gargano, le Basiliche di Roma e la Terra Santa – e chi voleva andare a ricevere un’indulgenza, doveva fare testamento! Portare il perdono alla portata di tutti, del popolo di Dio, solo il cuore di Francesco, così vicino al cuore di Cristo, lo poteva intuire. Tant’è vero che i cardinali rimasero sbalorditi. “E senza obolo”, disse Francesco al Papa, perché doveva essere per tutti i poveri e disgraziati, anche per chi non aveva nulla! Tra i cardinali, rimasero perplessi: “Ma, Santità, se voi concedete un perdono di questo tipo, le casse della Chiesa ne risentiranno!”, e il Papa disse: “Quel che ho detto, ho detto”. E autorizzò questo Perdono. Per me, è un evento grandioso! Io l’ho ribadito il giorno prima della venuta del Santo Padre, perché ho avuto anche la gioia e la consolazione di poter fare il Pontificale proprio alle 11 alla Porziuncola, il 2, nel giorno del Perdono. Quindi ringrazio il Signore anche per questa occasione che mi è stata offerta, e mi ha preparato e predisposto alla visita del Santo Padre.








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