2016-08-09 16:03:00

P. Ibrahim: Aleppo nella paura dello scontro finale


Stanno convergendo su Aleppo in una inquietante morsa di guerra. Migliaia di uomini dell’esercito siriano di Assad si preparano a quella che i media chiamano la “battaglia finale” contro le milizie che da lungo tempo controllano la città siriana ormai distrutta. Il racconto del dramma quotidiano dei civili nelle parole di padre Ibrahim, parroco di Aleppo, raggiunto telefonicamente da Luca Collodi:

R. – La situazione è assai difficile, perché continuano i bombardamenti che sono stati intensificati, come sempre, durante la notte; ma ci sono ancora bombardamenti di missili che cadono su questa zona, sulle zone abitate della parte ovest della città, nella quale viviamo noi. Non sappiamo niente della situazione della guerra ma ne sentiamo sicuramente i risultati negativi. Tanta gente ha paura, manca l’elettricità, come sempre, è mancata anche l’acqua, di nuovo... Tutto è a caro prezzo e negli ultimi giorni due zone sono state evacuate e tante persone hanno dormito e continuano a dormire per le strade e nelle tende.

D. – Padre Ibrahim, le Nazioni Unite chiedono una tregua umanitaria di 48 ore: ci sono le condizioni ?

R. – Io un po’ dubito che ci saranno le condizioni per una tregua. Abbiamo sentito, seguendo un po’ le notizie, ieri e anche questa mattina, che è previsto l’arrivo di tanti militari da ogni parte verso Aleppo e quindi l’aria non è un’aria tranquilla, pacifica che prepara una tregua: questa volta potrebbe essere anche una guerra totale. L’esercito da parte sua vuole riprendere le parti che ha perso negli ultimi giorni, mentre questi gruppi militari si preparano ad avanzare ulteriormente, verso Hamadaniya e verso tutta la parte ovest della città.

D. – Lei parla dei ribelli. Sono controllati da gruppi jihadisti ?

R. – E purtroppo è per questo che non utilizzo la parola “ribelli”. Perché oggi, per come la vediamo e la sentiamo noi, dal di dentro della città sono i jihadisti più che i ribelli quelli che prendono il timone di tutti questi gruppi di militari che sono veramente molto, molto diversificati.

D. – Come state aiutando la popolazione civile? 

R. – E’ un miracolo che ci stiamo preparando, anche questo mese, a distribuire a partire da domani il pacco alimentare mensile a centinaia, anzi, a migliaia di famiglie che sono nel bisogno. E’ un miracolo e una provvidenza divina che abbiamo comprare tutto il materiale prima della chiusura della strada principale di Aleppo. Siamo molto soddisfatti e contenti che almeno possiamo distribuire questo pacco alimentare sostanzioso a queste migliaia di famiglie.

D. – Vi preparate all’attacco finale per la presa completa della città da parte dei militari di Assad?

R. – Veramente, non sappiamo cosa potrà succedere. Noi abbiamo annunciato a tutti i sacerdoti, da ieri, e lo abbiamo detto anche alla gente, che vogliamo digiunare e pregare in queste prossime 72 ore, perché la volontà della pace regni sempre e perché vinca sull’altra volontà, quella della guerra.








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