2016-08-09 13:26:00

Pakistan, censimento 2017 sia più attendibile su minoranze


Gli attivisti cristiani pakistani per i diritti umani chiedono che il prossimo censimento generale della popolazione, previsto nel marzo 2017, registri dati più accurati sulle minoranze religiose ed etniche in questo Paese a netta maggioranza musulmana sunnita.

Accertare il reale peso numerico di tutte le comunità religiose
“Dati attendibili e una corretta classificazione delle religioni hanno un’importanza fondamentale per lo status dei non musulmani pakistani, ma questo non sembra essere importante nell’agenda politica nazionale”, ha denunciato Cecil Shane Chaudhry, direttore esecutivo della Commissione nazionale della giustizia e della pace della Conferenza episcopale pakistana a un convegno svoltosi nei giorni scorsi a Lahore. Da tempo i leader cristiani sostengono la necessità di un conteggio più preciso dei cittadini pakistani appartenenti a gruppi minoritari per tutelare gli interessi di queste comunità ancora discriminate e sotto-rappresentate nel Paese.

L’importanza del censimento per i diritti delle minoranze
“I risultati del censimento potrebbero avere importanti ripercussioni nella battaglia per i diritti delle minoranze, il loro status sociale e la libertà religiosa in Pakistan”, ha sottolineato nel suo intervento Peter Jacob, ex responsabile di Giustizia e Pace e attuale direttore del Centro cattolico per la giustizia sociale. Il convegno – riporta l’agenzia Ucanews – ha rilevato diverse lacune nei dati registrati dall’ultimo censimento generale del 1998, come l’assenza nei questionari di voci specifiche per alcuni gruppi religiosi tra i quali i sikh, i buddisti e gli ahmadi, una setta islamica considerata eretica. “Queste omissioni emarginano ulteriormente le comunità più piccole”, ha osservato Jacob, che ha evidenziato la necessità di formare meglio i rilevatori per ottenere dati più attendibili e completi.

Le minoranze ancora sotto-rappresentate in Pakistan
Attualmente, in Pakistan le minoranze religiose hanno diritto solo a dieci seggi riservati in parlamento, una cifra rimasta invariata dopo che nel 2008 il numero dei parlamentari è stato portato da 210 a 342. Inoltre, la legge riserva a esse il 5% dei posti di lavoro nell’amministrazione pubblica e nelle istituzioni educative, ma nei fatti questa quota non è sempre rispettata. (L. Z.)








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