2016-08-09 13:22:00

Pakistan, la Chiesa condanna l’attentato suicida a Quetta


“Un gesto disumano che non può essere tollerato”. Con queste parole la Commissione nazionale della giustizia e della pace della Conferenza episcopale del Pakistan si unisce alla ferma condanna per l’ennesima strage avvenuta lunedì a Quetta, capoluogo del Beluchistan.

L’attentato compiuto da un kamikaze forse legato all’Isis
Un kamikaze ha lanciato un attacco contro un ospedale municipale. Il bilancio è ancora provvisorio: gli ultimi dati parlano di 74 morti e circa 200 feriti. Secondo l’agenzia di stampa tedesca Dpa, l’azione terroristica sarebbe stata rivendicata dall’Isis, ma la rivendicazione è stata smentita dai talebani pakistani. Lo Jamaat-ul-Ahrar, fazione che si è staccata dal gruppo originario di fondamentalisti, ha dichiarato di aver effettuato l’attentato e di essere responsabile dell’omicidio del giurista Bilal Anwar Kasi avvenuto sempre ieri. Fra le vittime dell’ospedale vi sono almeno 18 avvocati e giornalisti, e non è escluso che lo scopo fosse proprio quello di colpire i legali. Tutti membri dell’Associazione giuristi del Beluchistan, le vittime si opponevano all’introduzione della sharia nella provincia. Secondo media pakistani, l’attentato è il più cruento del 2016.  

L’attentato più cruento del 2016
In un comunicato, la Commissione Giustizia e Pace “condanna con forza quanto accaduto” e chiede al governo “di migliorare le misure di sicurezza, garantendo il diritto alla vita dei propri cittadini”. Intervistato dall’agenzia Asianews, mons Arshad, presidente della Commissione, ribadisce che “la Chiesa cattolica è e rimarrà sempre al fianco della popolazione, soprattutto in queste ore di sofferenza”, ricordando che Beluchistan ha subito oltre 1.400 episodi di violenza negli ultimi 15 anni. 

Anche la società civile chiede oggi più sicurezza
Anche la società civile chiede oggi più sicurezza. Il “Rwadari Tehreek”, movimento laico impegnato “per riportare la pace in Pakistan”, ha organizzato una manifestazione “aperta a chiunque, da qualunque percorso di vita. L’importante è che voglia la pace”. Samson Salamat, presidente del gruppo, spiega: “Abbiamo bisogno che l’esecutivo si svegli. L’unica risposta ad attacchi come questo è la tolleranza zero nei confronti di chi propaga il terrorismo”. La deputata Sadia Sohail aggiunge: “Sembra oramai evidente che affrontare la violenza estremista non è una priorità di Islamabad. Invece di spendere risorse ed energie su futili questioni, bisogna concentrarsi su questo”. (L.Z.)








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