2016-08-09 14:47:00

Presidenziali Usa, un testo dei vescovi richiama ai temi sociali


A tre mesi dal voto delle presidenziali americane, la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha riproposto ai fedeli il documento: “Formare le coscienze per una cittadinanza credente”. Molti i temi toccati: la dignità della vita umana, la promozione della pace, il ruolo della famiglia, la libertà di professione, la crisi migratoria, il rifiuto di una visione consumistica e egoistica, l’incremento di politiche in favore dei poveri, con riferimento anche all’assistenza sanitaria, il "Medicare" e il "Medicaid" voluti da Obama. Queste linee guida dei vescovi americani, ricche di riferimenti a testi di Benedetto XVI e di Papa Francesco – “Caritas in Veritate”, “Evangelii Gaudium”, “Laudato Si’” − entrano nel merito di tematiche sociali cui la campagna elettorale Usa non sembra aver dato molta attenzione. Eugenio Murrali ha chiesto il significato di questa iniziativa episcopale a Massimo Teodori, esperto di politica americana:

R. – C’è un’attenzione particolare al problema del consumo eccessivo dei beni materiali e delle risorse naturali, si sottolinea la necessità di una politica economica che sia attenta ai poveri e si dedica spazio all'immigrazione: tutto ciò insieme ai temi tradizionali della dottrina cattolica, come quello della condanna dell’aborto, del suicidio assistito e di forme di matrimonio non tradizionali. In questo senso, mi pare che ci sia un altro aspetto che il documento sottolinea: quello della condanna dell’antipolitica, in relazione alle elezioni di questo 2016, in cui le pulsioni antipolitiche, di rivolta verso la politica tradizionale, sono molto forti.

D. – Combattere per eliminare la povertà e la sofferenza per dare dignità al lavoro: tutti aspetti sociali. Forse sono stati toccati poco durante questa campagna elettorale?

R. – Mi pare che tutto lo stile del documento si richiami al fatto che, in questa campagna elettorale, non vi sia stata un’eccessiva attenzione a problemi, quali una politica rivolta alla povertà, un’attenzione rivolta ai migranti e ai bisogni degli altri piuttosto che ai propri. Insomma, nel documento dei vescovi c’è un duplice registro: da una parte, quello di chi si rivolge ai fedeli cattolici affinché difendano i loro valori, i tradizionali temi etici. Poi, dall’altra parte, si rivolge all’americano come cittadino, in quello che il documento chiama l’”ordine civile”, richiamandolo al fatto che non basta scegliere – e qui cito testualmente –  “il migliore candidato”, ma bisogna operare quotidianamente affinché la parola di Gesù sia portata nella società civile e quindi anche all’interno della contesa elettorale.

D. – Quando si parla di migranti il riferimento è forse anche più esplicito alle posizioni di Trump?

R. – Trump ha fatto una campagna contro gli immigrati, e in particolare contro quelli latinoamericani, con la proposta di costruire – un po’ assurda – un muro al confine con il Messico, ma anche fatta di dichiarazioni demagogiche, che però sottolineano un certo atteggiamento degli Stati Uniti di buttar fuori tutti i musulmani. E comunque, nelle parole di Trump, nel suo atteggiamento e nel suo stile, c’è una vicinanza o un’assonanza con l’atteggiamento dei suprematisti bianchi: cioè quelli che ritengono che per diritto divino i bianchi debbano avere il controllo della nazione.

D. – Si tocca anche il punto della pena di morte.

R. – La Chiesa è impegnata per l’abolizione della pena di morte, anche in contrasto con alcune Chiese protestanti, soprattutto quelle del profondo sud, che invece sono legate a una tradizione, la stessa dei suprematisti bianchi, che difende la pena di morte, in vigore in maniera diversa, non in tutti gli Stati Uniti. E la Chiesa è anche impegnata nel tentativo di limitare e controllare maggiormente il commercio delle armi, che poi è stata una delle battaglie che Obama non è riuscito a portare a termine.








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