2016-08-10 12:15:00

Libano. Patriarca Raï: si elegga presidente per stabilità Paese


Ancora nulla di fatto, in Libano, per la 43.ma sessione parlamentare, tenutasi in questi giorni a Beirut, per l’elezione del capo dello Stato, carica vacante da maggio 2014, quando è scaduto il mandato di Michel Suleiman. Il presidente della Camera Nabih Berri ha sospeso la seduta, aggiornandola al 7 settembre, a causa del mancato raggiungimento del quorum necessario per il voto.

Appello all’unità nazionale del Libano
Intanto, dal patriarca maronita, il card. Béchara Boutros Raï - citato da AsiaNews - arriva un nuovo appello all’unità nazionale ed un invito ad uno sforzo comune per porre fine all’attuale instabilità politica del Paese. Intervenuto alla cerimonia di inaugurazione di un anfiteatro a Bzommar, dedicato al Beato Ignazio Maloyian, martire armeno, il patriarca ha esortato “i gruppi parlamentari ad eleggere un nuovo presidente della Repubblica”, così da “preservare i valori” fondamentali del Paese.

In Siria e Iraq, cristiani vittime di un nuovo genocidio
Poi, il pensiero del porporato maronita si è allargato a tutto il Medio Oriente, commemorando, in particolare, “il nuovo genocidio” patito oggi dai cristiani “soprattutto in Siria e in Iraq”, a causa di “movimenti fondamentalisti ed organizzazioni terroristiche”. Di qui, il richiamo del patriarca ad una caratteristica specifica del cristianesimo, ovvero la sua “apertura verso il prossimo per edificare un’umanità migliore”. Per questo – ha detto – “la presenza dei cristiani in Medio Oriente è un fattore vitale ed essenziale per questa stessa regione”.

Collaborazione con musulmani per proteggere Oriente da fondamentalismo
Allo stesso tempo, ha spiegato il card. Raï, “consideriamo l’islam una necessità per il nostro mondo arabo, a condizione però che esso conservi moderazione e apertura, mettendo fine alle organizzazioni terroristiche che ricorrono alla violenza in suo nome”. Insieme ai musulmani, ha esortato quindi il Patriarca maronita, i cristiani sono “chiamati a proteggere l’Oriente dal rigetto della diversità, dalle differenze confessionali, etniche e linguistiche”, perché “i cristiani d’Oriente hanno avuto un ruolo essenziale nel rafforzare la diversità culturale e religiosa”. (I.P.)








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