2016-08-10 14:02:00

Il sindaco Sala: a Milano una caserma per accogliere i migranti


Per i migranti a Milano l’apertura di una caserma. E’ questa la possibile soluzione alla presenza dei profughi, all’indomani delle polemiche scatenate dalla proposta del sindaco della città, Sala, poi ritirata, di una tendopoli. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Dopo le polemiche, forse, la soluzione. E quindi, dopo l’ipotesi avanzata dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, di creare una tendopoli per accogliere i migranti, proposta che ha suscitato reazioni, arriva il possibile via libera del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, all’utilizzo di caserme, nello specifico della Montello di via Caracciolo, zona nord di Milano. “Può essere una soluzione dignitosa”, ha spiegato il primo cittadino, che però rimanda al ministro il "come" la caserma potrebbe essere trasformata in una "degna risposta". La situazione è di emergenza e strutturale, sarà il governo a decidere, ha aggiunto Sala, rispondendo così indirettamente al presidente della Regione, Roberto Maroni, che aveva chiesto a Roma di dichiarare lo stato di emergenza. Don Virginio Colmegna, presidente della fondazione Casa della Carità, al microfono di Alessandro Guarasci:

R. – Manca una risposta politica degna di un’accoglienza umana. Credo che di fatto poi si crei un corto circuito. La politica silenziosa fa piccoli cabotaggi a fronte di un problema che, invece, diventa veramente grave.

D. – Lei ha detto che la politica deve fare di più in questo caso. Ma c’è chi, in questo caso, ha anche un interesse a sottovalutare?

R. – Sì, c’è chi ha un interesse non solo a sottovalutare, ma a lasciarlo così adesso per poi protestare continuamente. Si parla di area metropolitana: ma per favore, ci si metta insieme! Abbiamo detto che l’Expo era un’area sulla quale si potevano inserire 500 persone dignitose, c’è il veto, l’ostracismo e si rimane sulla strada. Ma io direi: si vada a prendere un luogo dignitoso, si faccia il necessario per questa emergenza, si affronti poi la seconda accoglienza che è più isolata. Ma questa emergenza drammatica va risolta con qualità.

A Ventimiglia, intanto, si va verso la normalizzazione della situazione con i trasferimenti dei migranti, nessuna soluzione invece per le centinaia di persone che vengono respinte dalla Svizzera e che sono accampate a Como. Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia, intervistato da Luca Collodi:

R. – Direi che l’Europa intera non sa gestire questa accoglienza. Quest’anno, non siamo stati in grado di avere una progettualità che ci permettesse di ridistribuire anche i pochi che sono arrivati.

D. – Abbiamo visto che a Ventimiglia si va verso uno spostamento dei migranti in centri di accoglienza, anche e soprattutto grazie alla Caritas locale e alla Croce Rossa che operano proprio al confine con la Francia…

R. – La soluzione è quella di ridurre il più possibile le tensioni sociali che si creano e questo lo si può fare smistando i migranti che non si concentrino sul confine, anche perché il confine, essendo chiuso, rischia di creare un "effetto tappo", un "effetto bottiglia", e quindi aggravare la situazione. Quindi, questa ridistribuzione di certo aiuta, in primo luogo i migranti.

D. – La situazione invece sembra sotto pressione a Milano, soprattutto sulla tratta ferroviaria tra Milano e Como verso la Svizzera che ha chiuso la frontiera…

R. – Anche lì, questa chiusura, o comunque questa riduzione fa sì che i migranti che abbiano un loro progetto migratorio, non riescano a rispettarlo e devono bloccarsi. Ogni notte tentano il passaggio, vengono rimandati e ricominciano daccapo la loro odissea che – non dimentichiamo – è solo l’ultima parte di un viaggio, e di viaggi, che sono drammatici.

D. – Frontiere con la Svizzera chiuse, ma ci sono quelli che a un tempo venivano chiamati “gli spalloni” che portavano soldi in Svizzera, oggi invece portano uomini per farli transitare verso il nord…

R. – Sì, come al solito, se non ci sono delle vie legali, se non si regolamenta il flusso delle persone, la malavita o comunque i trafficanti prendono in mano la situazione.








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