2016-08-12 12:21:00

Vescovi California: sì a riforma su riabilitazione detenuti


Il prossimo 8 novembre, i cittadini dello Stato della California saranno chiamati a votare l’approvazione o meno della così detta “Proposizione 57” relativa alla pubblica sicurezza ed ai percorsi di riabilitazione dei detenuti. Se approvata, tale iniziativa apporterebbe alcune riforme nel sistema giudiziario penale, sia minorile che per adulti.

Cosa chiede la Proposizione 57
Riguardo al primo settore, la Proposizione 57 abrogherebbe ai procuratori distrettuali la possibilità di giudicare un minore alla pari di un adulto. Al contrario, la decisione di come perseguire un giovane tornerebbe al Tribunale minorile. Riguardo agli adulti, invece, la proposta permetterebbe al Dipartimento californiano per la riabilitazione di avviare una sorta di “crediti temporali” per i detenuti: in pratica, coloro che hanno una buona condotta ed ottengono risultati positivi nel percorso di riabilitazione, vedrebbero ridotta la loro pena. Inoltre, i condannati per reati non violenti avrebbero la possibilità di godere della libertà vigilata, dopo aver scontato la pena relativa al crimine principale commesso.

Al centro del sistema giudiziario ci sia la persona, non la punizione
Questo, dunque, il progetto proposto, al quale la Conferenza episcopale cattolica della California (Ccc) offre il suo sostegno. “La punizione di per sé non è mai una risposta adeguata al crimine – si legge in una nota diffusa dai presuli sul loro sito web – perché al centro del sistema giudiziario ci deve essere la persona”. “Ogni giorno – prosegue la nota – nelle nostre parrocchie, assistiamo all’impatto devastante della criminalità sulle nostre comunità. Le vittime, le cui vite sono spesso andate in frantumi, cercano risposte; i familiari dei colpevoli rimangono soli, nell’angoscia e nella paura di chiedere aiuto, mentre i detenuti perdono la speranza, perché i programmi che offrono la possibilità di una riabilitazione sociale vengono scartati, per lasciare spazio alla costruzione di costose carceri”.

Incentivare la giustizia riparativa
La Chiesa cattolica ed i suoi fedeli fanno già molto per aiutare “tutte le persone colpite dalla criminalità”, ma – è l’appello della Ccc – “possiamo e dobbiamo fare di più”. In quest’ottica, la Proposizione 57 “è un primo passo”; l’attuale politica, infatti, “include molti elementi per la punizione” dei colpevoli di reati, “ma ciò non è sufficiente per prevenire la criminalità, guarire le vittime e ripristinare l’armonia sociale”. Di qui, il richiamo ad “incentivare modelli di giustizia riparativa che affrontino non soltanto come una violazione della legge”, ma guardando alla persona, perché “riconoscere ed apprezzare la dignità umana permette di costruire comunità più forti e più sicure”.

Spezzare il circolo continuo tra crimine e detenzione
Poi, la Ccc guarda all’attuale contesto carcerario e ne elenca le principali difficoltà: “La mancanza di risorse per la prevenzione della criminalità – spiega – ha portato solo al sovraffollamento delle prigioni, con alti tassi di recidivi e comunità insicure”. Si tratta di politiche scaturite “dalla paura, in risposta alla violenza”, sottolineano i vescovi. Al contrario, l’appello è ad agire “in modo più costruttivo” per sviluppare politiche “appropriate, come appunto la Proposizione 57, che creino comunità effettivamente più sicure, piuttosto che un circolo continuo tra crimine e detenzione”.

Il 6 novembre, in Vaticano, Giubileo dei carcerati
Guardando, inoltre, all’attuale Giubileo straordinario della misericordia, indetto da Papa Francesco, i vescovi californiani esortano tutte le parti in causa ad “affrontare le difficoltà che caratterizzano il sistema giudiziario penale” ed incoraggiano i cittadini dello Stato ad approvare, nel mese di novembre, la Proposizione 57. Da ricordare, infine, che il prossimo 6 novembre, in Vaticano, Papa Francesco celebrerà il Giubileo dei carcerati. (A cura di Isabella Piro)








All the contents on this site are copyrighted ©.