2016-08-13 11:58:00

Etiopia. Paese in crisi, appello dei vescovi al dialogo


Sono momenti drammatici per l’Etiopia: il Paese, infatti, deve affrontare una grave crisi umanitaria dovuta alla siccità, e un forte crisi politica causata da numerose proteste della popolazione Oromo, represse nel sangue dalle Forze dell’ordine. Non si conosce con sicurezza il numero delle vittime, ma oltre 50 manifestanti sono stati uccisi nei giorni scorsi, mentre sarebbero centinaia le persone arrestate.

Le origini della crisi
Alle origini delle proteste, il piano di sviluppo dell’area di Addis Abeba, annunciato nel novembre 2015 dalle autorità locali. Si tratta di un progetto che prevede l'espropriazione di parte delle terre degli Oromo, etnia vittima di discriminazione nel Paese. Attualmente, il governo ha bloccato il piano di sviluppo previsto, ma la protesta degli Oromo prosegue, per denunciare l'emarginazione e l'esclusione dalla vita economica e politica etiope.

Promuovere la pace e lo sviluppo
Di fronte a tale drammatico scenario, i vescovi cattolici del Paese lanciano un forte appello al dialogo ed alla pace tra tutte le parti in causa. In una dichiarazione presentata ai media dal card. Berhaneyesus Demerew Souraphiel, presidente della Conferenza episcopale etiope ed eritrea, i presuli sottolineano, innanzitutto, che l’Etiopia è un Paese con una lunga storia di convivenza “rispettosa e pacifica”, un aspetto che va “mantenuto e incoraggiato”, di fronte al caos che rappresenta “un ostacolo alla crescita ed allo sviluppo del Paese”. “L’Etiopia è su una strada consolidata verso lo sviluppo – sottolinea il card. Souraphiel – Bisogna continuare a impegnarsi per continuare questo percorso, così da cambiare la storia di povertà del Paese e mantenere una crescita economica costante”.

Cooperare alla costruzione di una società senza odio
Esprimendo, poi, cordoglio per le vittime degli scontri e vicinanza alle loro famiglie, il porporato chiede “a tutte le parti in causa di cooperare nella costruzione di una società libera dall’odio, anche per le generazioni future”. Di qui, l’invito del porporato a tutte le persone di buona volontà, affinché diventino “strumenti di pace”, mentre i fedeli, i sacerdoti, i religiosi ed i vescovi del Paese vengono esortati a “pregare per la pace, soprattutto in occasione della solennità dell’Assunzione della Vergine Maria”.

Appello ai giovani: lavorare per il bene dell’Etiopia 
Infine, il card. Souraphiel si rivolge ai giovani, appellandosi al loro sentimento patriottico: “Cari giovani – dice – ci auguriamo che riceviate da noi un’Etiopia sviluppata e pacifica e non un Paese in pieno caos. Vi invitiamo a ricordare che voi avete il diritto e il dovere di prendere in consegna una nazione di pace e di speranza, così da portarla al pieno sviluppo”. E questo, conclude il porporato, è un obiettivo per il quale “bisogna lavorare”. (I.P.)








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