2016-08-14 09:00:00

Firmata la Carta di Leuca per un Mediterraneo "Mare di ponti"


E' stato presentato oggi a Santa Maria di Leuca un documento per rilanciare il sogno del Mediterraneo come Arca di Pace e luogo dove costruire ponti di solidarietà. Su questa iniziativa, che si ispira ai progetti di don Toninio Bello, Salvatore Tropea ha intervistato mons. Vito Angiuli, vescovo di Santa Maria di Leuca:

R. – Questa iniziativa nasce e si inserisce nelle attività della Fondazione di partecipazione Parco Culturale ecclesiale "Terre del Capo di Leuca-Finibus Terrae". Abbiamo promosso questa iniziativa anche sotto la spinta dell’Ufficio della Cei per il turismo e nasce dall’idea di voler realizzare e creare proprio qui nel Sud, in questa terra ponte, di passaggio, di legame con le altre culture, un momento di dialogo, di incontro e di confronto tra culture, religioni e sensibilità diverse.

D. - Quali sono i punti fondamentali di questo documento?

R. - Il titolo che abbiamo voluto dare è “Il Mar Mediterraneo, un mare di ponti”. Abbiamo voluto che questa realtà geografica tornasse ad essere ponte naturale tra Europa e Mediterraneo, tenendo conto naturalmente degli scenari nuovi nei quali tutto questo si viene a ritrovare: i problemi, i conflitti che vedono al centro il Mar Mediterraneo, ovviamente anche in riferimento a tutto quello che Papa Francesco dall’inizio del suo Pontificato va dicendo.

D. - La Carta di Leuca, quanto potrà incidere per sensibilizzare i governi ma anche l’opinione pubblica per un’accoglienza più efficace e solidale?

R. - Noi contiamo soprattutto sull’educazione dei giovani: ci saranno circa 130, 140 giovani che in questi giorni dialogano tra di loro in quelli che abbiamo chiamato “i tavoli della convivialità”, cioè luoghi dove incontrarsi e discutere su alcune tematiche; poi, loro stessi, si faranno portatori di questo messaggio nei loro Paesi. C’è da tener conto che questa è la prima volta, la prima iniziativa che noi facciamo; speriamo possa ripetersi in futuro per ampliare e quindi creare delle condizioni favorevoli per questo dialogo e anche per un cambiamento della realtà politica. L’iniziativa è della diocesi e della fondazione, ma partecipano anche diversi altri attori come la Focsiv, Pax Christi e la Comunità di Sant’Egidio; è sostenuta ovviamente anche dalla Regione Puglia e penso che in futuro si potranno ulteriormente approfondire e creare delle realtà di dialogo e di incontro.

D. - La Carta nasce sotto il segno di don Tonino Bello. Quali dei suoi insegnamenti sono ripresi all’interno di questa iniziativa?

R. - Innanzitutto il tema del Sud avvertito come luogo naturale di incontri, di dialoghi. Don Tonino, che era uomo del Sud, ne riconosce questa propensione verso il dialogo e verso la pace. Questo è il primo tema. Poi certamente i cambiamenti che già lui avvertiva a suo tempo, cambiamenti di una cultura che rifiuta la guerra, gli strumenti di lotta e che vuole trovare motivi di incontro e di dialogo. Noi abbiamo voluto rilanciare tutto questo in continuità con il magistero di don Tonino Bello. Per questo abbiamo voluto creare questa iniziativa.








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