Si sono svolti oggi 16 agosto alle 11.00, nella chiesa di Sant'Eugenio a Roma,
i funerali di Ettore Bernabei, storico direttore generale della Rai, morto sabato
scorso all'età di 95 anni. Una messa cantata, con il Coro di San Giovanni in Laterano
a eseguire lo Shema' Israel e quattro parroci, Mariano Fazio,
Nicola Zenoni, Carlos Nannei e Marco Frisina (autore delle musiche della Bibbia televisiva)
a celebrare l'amico e il fedele. Per un ricordo di Bernabei, ascoltiamo padre
Federico Lombardi, che lo ha potuto conoscere e apprezzare quando era direttore
del Centro Televisivo Vaticano:
Io ho conosciuto Ettore Bernabei, direi anche abbastanza bene, soprattutto negli anni della sua età più avanzata, perché è stato membro del Consiglio di amministrazione del Centro Televisivo Vaticano, di cui io ero direttore, e questa è stata quindi una conoscenza che è durata 11 anni. Tra l’altro, il Consiglio di amministrazione era presieduto da Emilio Rossi, che è stato uno dei più grandi e migliori collaboratori di Ettore Bernabei, anche al tempo della costruzione, dei tempi gloriosi della Rai, perché Emilio Rossi era stato il primo direttore del Tg1 e quindi una persona chiave nel servizio che Bernabei ha reso alla società italiana, attraverso l’edificazione della Rai. Io sono stato sempre molto grato a questi due grandi personaggi - in particolare adesso parliamo di Bernabei – per il contributo di incoraggiamento, di ispirazione e di entusiasmo che hanno sempre dato a me e anche a chi nella Chiesa si è impegnato nel campo delle comunicazioni sociali.
Un uomo entusiasta
Bernabei era un entusiasta, era un uomo di una energia,
di una dinamica inesauribile, che è continuata appunto fino in età avanzatissima,
come sappiamo, ed era assolutamente consapevole e convinto dell’importanza di impegnarsi
nel campo delle comunicazioni sociali, in particolare anche della televisione, per
l’influsso, per il contributo di formazione che questi mezzi della comunicazione sociale
danno alla formazione della mentalità, del pensiero, della cultura popolare, dell’orientamento
delle menti dei giovani. Di questo lui era assolutamente consapevole e per questo
si è impegnato, in tutta la sua vita, per dare un contributo positivo.
Comunicazioni sociali non per il potere ma per trasmettere valori
Lui cercava veramente di far sì che attraverso le
comunicazioni sociali si potessero trasmettere dei contenuti, trasmettere dei valori
positivi per l’orientamento dei giovani e delle nostre popolazioni. Di questo io sono
stato sempre estremamente ammirato. Questo, però, lui lo voleva fare e ci insegnava
a farlo non attraverso - diciamo così - una occupazione di posti di potere, ma attraverso
un vero impegno per la competenza, per la capacità professionale, per la serietà dell’impegno,
in modo tale che i valori positivi che avevamo da dare fossero veicolati nel modo
migliore, nel modo più profondo, più adatto allo strumento di comunicazione che si
utilizzava, al linguaggio che questi strumenti comportano. E quindi un incoraggiamento
anche per tanti giovani ad impegnarsi in questo campo.
Coraggio straordinario
Lui parlava sempre della necessità di preparare autori,
scrittori, sceneggiatori, cameraman, persone capaci, per portare bene avanti questo
impegno di grande servizio per le nuove generazioni e per il popolo in generale, e
questo sempre con un entusiasmo assolutamente affascinante. Io l’ho ammirato moltissimo
e gliene sono stato sempre grato. Anche nei momenti in cui uno si sentiva un po’ stanco
o scoraggiato di fronte alle difficoltà, lui portava avanti un contributo di slancio,
di coraggio, di positività assolutamente straordinari.
Un vero credente
E poi vorrei anche dare atto veramente alla sua testimonianza
di fede. Lui è stato veramente un credente, ma direi un credente vero: credente in
Dio, credente in Gesù Cristo, credente nella vita eterna, credente nella vita oltre
la morte. Una testimonianza chiara, diciamo, non timida, non nascosta di questa sua
fede, integrata molto, con grande equilibrio, con grande profondità nel suo impegno
professionale, nel suo impegno sociale, anche nel suo impegno politico in certi tempi
della sua vita. Ecco, quindi, una persona che io ammiro come testimone credente, cattolico,
di amore alla Chiesa e di amore a Dio, attraverso il servizio concreto, in un campo
affascinante e importantissimo per la cultura di oggi e di domani, come è quello
delle comunicazioni sociali.
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