2016-08-16 12:00:00

India. Morto mons. Cheenath, simbolo dei martiri dell'Orissa


Mons. Raphael Cheenath, arcivescovo emerito di Cuttack- Bhubaneshwar e simbolo del martirio cristiano nella regione indiana dell’Orissa, è deceduto il 14 agosto a Mumbai. Aveva 82 anni ed era ricoverato in ospedale. Il presule era stato pastore della Chiesa dell’Orissa proprio durante il periodo dei "pogrom" organizzati dai gruppi radicali e paramilitari indù e aveva sempre invocato giustizia per le vittime cristiane.

Instancabile il suo impegno in difesa dei cristiani
ll compianto arcivescovo “ha guidato l’arcidiocesi di Cuttack Bhubaneshwar nel periodo più traumatico per la Chiesa cattolica indiana – ha detto il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale cattolica locale, citato da AsiaNews – combattendo senza sosta le battaglie legali in favore delle vittime e dei sopravvissuti”. Per questo, mons. Cheenath “aveva ricevuto minacce di morte” e, terminato il suo incarico pastorale, si era trasferito a Mumbai.

Appello per porre fine alle conversioni forzate all’induismo
Nato nel 1934 in Kerala, cresciuto in una famiglia cattolica insieme a dieci fratelli, mons. Cheenath era divenuto sacerdote nel 1963 ed era stato nomitato vescovo di Sambalpur nel 1974. Undici anni dopo, era divenuto arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, dove era rimasto per 26 anni, promuovendo la crescita della comunità e lo sviluppo sociale. In particolare, dopo i massacri anticristiani avvenuti nel 2008, il presule si era battuto per la pubblicazione di un memorandum per rivendicare i diritti delle vittime e dei sopravvissuti, chiedendo anche un risarcimento per i feriti e le vedove, un aiuto per la ricostruzione delle Chiese e delle case religiose andate distrutte e la fine delle conversione forzate all’induismo.

Le origini dei massacri in Orissa
Divampate tra il 2007 ed il 2008, in seguito all’omicidio del leader indù, Laxamananda Saraswati, e di quattro suoi seguaci, le violenze anticristiane a Kandhamal, distretto nello Stato indiano di Orissa, hanno provocato circa 100 vittime ed oltre 50 mila sfollati. In loro memoria, la Conferenza episcopale indiana ha indetto una “Giornata dei martiri”, da celebrarsi ogni anno il 30 agosto, scegliendo come data il giorno successivo al martirio di San Giovanni Battista. Inoltre, è stato avviato il processo di Beatificazione delle vittime. (I.P. – AsiaNews)








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