2016-08-16 16:14:00

Meeting: Misericordia e solidarietà per una nuova società umana


Giubileo della Misericordia

"Direi che il titolo di quest'anno, afferma Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l'amicizia tra i popoli, è profondamente dentro questo cammino. Ci sentiamo guardati e abbracciati da questa Misericordia. Ma cosa può legittimarci a dire "Tu sei un bene per me", a lanciare questo messaggio? Il fatto che c'è una Misericordia che ci precede". "La Misericordia, infatti, come dice il Papa, è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia è la via che unisce Dio e l'uomo, perchè apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre, nonostante il limite del nostro peccato". 

Meeting e crisi sociale 

"Nel contesto di crisi in cui viviamo, desideriamo offrire un messaggio postivo. Questo è quello che desideriamo. Per cui preghiamo. E' una tradizione, ormai, di Comunione e Liberazione di Rimini e del Meeting, fare un pellegrinaggio al Santuario della Madonna che c'è in zona, per domandare che il cuore di ognuno, che il nostro cuore, sia toccato da un messaggio di positività. E ciò dipende molto dalla nostra opera, dalle parole che verranno dette e dalle cose che verranno mostrate, ma anche e tanto, come diceva don Giussani, dal favore di Dio. Lo stiamo domandando". 

Accoglienza e solidarietà 

"Il tema dell'apertura all'altro, dello sguardo al diverso che abbia l'aspetto dell'immigrato ma non solo, prosegue la presidente Guarnieri, è una questione che sicuramente parte dal cuore della persona, ma se non assume un risvolto sociale, se non diventa una modalità di costruzione sociale, civile e politica, direi anche economica, credo che siamo destinati alla morte. L'Europa è destinata alla morte. L'Italia è destinata alla morte, perchè siamo destinati all'accoglienza, siamo nati sul riconoscimento della positività dell'altro. Se smarriamo ciò, smarriamo la nostra identità di uomini". 

Come guardare all'altro in modo nuovo?

"Penso che il Papa abbia ragione quando dice che l'unica cosa che può smuovere la libertà è la testimonianza". "In un momento di crollo delle evidenze, di perdita dei valori e dei legami, che cosa può convincere che l'apertura, una concezione di sè non egoistica ma aperta, potremmo dire religiosa, sia più conveniente? Solo la testimoninza di una persona, di persone, che vivono così e umanamente mostrano la convenienza di questo". "Credo che anche un gesto come il Meeting si giustifica ancora di più, proprio per la possibilità che offre di incontrare persone, di incontrare storie di terroristi, di vittime, di parenti di vittime, di carcerati, di gente che vive in una situazione di persecuzione, di chi, superando l'egosimo, tira su imprese per il lavoro dei giovani. Ecco, credo che la testimonianza umana di tutto questo, possa essere qualcosa che smuove. La mostra sui 70 anni della Repubblica italiana, mostra come in questi anni ciò che si è ricostruito, sia stato fatto prioprio dall'incontro con l'altro, con il diverso. 'L'incontro con l'altro: Genio della Repubblica. 1946-2016: la cultura', sarà infatti il titolo della mostra".

I testimoni del Meeting 2016

"Posso aggiungere la testimonianza di padre Trinchero, missionario carmelitano a Banqui, nelle Repubblica Centrafricana, dove il Papa è andato ad aprire la prima porta Santa . La testimonianza di mons. Camillo Bàllin, vicario apostolico dell'Arabia del Nord. E poi, sa cosa mi piace citare? Il premio Nobèl per la pace 2015, il quartetto tunisino che sarà a Rimini. Poi avremo molti testimoni dell'accoglienza: dal sindaco di Lampedusa, che speriamo di avere almeno in collegamento dall'isola, la testimoninaza del padre siriano Firas Lufti da Aleppo, se riesce a partire percorrendo in sicurezza l'unica strada di collegamento dalla città a Damasco. Avremo spaccati diversi. Anche gli spettacoli, almeno alcuni, avranno la dimensione della testimonianza. Lo spettacolo inaugurale sarà realizzato da tre cantanti, l'italiana Tosca, la libanese Tania Kassis e un esule siriana, Mirna KAssis. Hanno lavorato questi mesi per costituire il concerto dal titolo 'Un solo canto': una testimionianza di incontro". 

Il Meeting e la politica

"Più che il rapporto tra il Meeting e la politica, prosegue la presidente della Fondazione Meeting, Guarnieri, credo che da 37 anni ad oggi sia cambiata, e tanto, la politica. Il Meeting non ha mai avuto un rapporto particolare con la politica. Abbiamo avuto sempre un rapporto con le Istituzioni e abbiamo sempre cercato persone da cui imparare a vivere nel mondo, nella società e quindi anche nella politica". "Molte cose sono cambiate e quindi è cambiata anche la presenza che la politica ha al Meeting. Quest'anno apriamo con un grande incontro e il Presidente della Repubblica italiana, per i 70 anni della stessa. Credo che questo sia un grande incontro di carattere politico, nel senso che quello che ci attendiamo dal presidente è che testimoni cosa vuol dire fare politica e vivere un'esperienza di politica, oggi, nel nostro Paese nelle condizioni in cui siamo". 

Mostra su Madre Teresa

"Siamo felicissimi per la mostra realizzata insieme al Postulatore e alla Postulazione della Causa per la Canonizzazione della Madre (domenica 4 settembre 2016 in piazza San Pietro, ndr). Mostra che conterrà le sue reliquie, gli oggetti che le appartenevano che sono già qui, a Rimini. Avremo l'incontro finale del Meeting dedicato proprio a Madre Teresa con Marina Ricci, la giormnalista che ha curato la mostra con il padre Postulatore, uno dei miracolati dal Brasile e le suore di Madre Teresa". "L'augurio finale, per il Meeting 2016, conclude la presidente Guarnieri, è che ognuno di noi, possa fare un pezzetto di starda in più verso il proprio destino e quindi con l'incontro con gli altri che saranno al Meeting, perchè il nostro destimo è un destino di unità". 

Migranti al Meeting

Segnaliamo la mostra "Migranti, la sfida dell'incontro". Ce ne parla il curatore, Giorgio Paolucci, che spiega come "la mostra propone al visitatore di seguire i percorsi intrapresi dai migranti, immedesimandosi nella loro condizione umana prima di offrire soluzioni a un problema molto delicato, sul quale si stanno confrontando e scontrando le cancellerie europee". "La mostra lancia una provocazione, in un contesto che fa discutere e divide politica, opinione pubblica e media: provare ad affrontare il tema dei migranti non come un 'problema', ma guardando negli occhi gli uomini e le donne che emigrano. Provando a chiederci chi è l'altro che bussa alle porte della nostra società, da quali terre arriva e perchè ha deciso di lasciarle".

 








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