“125 anni di amore di Dio e di misericordia”: questo il motto con il quale la Conferenza episcopale cattolica dello Zambia (Zccb) ha lanciato le celebrazioni per i 125 anni del cattolicesimo nel Paese. L’arrivo dei primi missionari cattolici nella nazione africana, infatti, risale all’agosto del 1891. Le celebrazioni commemorative dureranno un anno e si concluderanno il 15 luglio 2017 a Lusaka.
Le sfide del Paese e la risposta del Vangelo
Presentando l’iniziativa, mons. Ignatius Chama, arcivescovo
di Kasama, ha ricordato le numerose sfide affrontate dai primi missionari nel Paese:
“Hanno trovato un popolo impaurito, giovani ridotti in schiavitù, persone accusate
di stregoneria e vittime di omicidi rituali, ragazzi senza una scuola in cui studiare,
malati senza alcun ospedale in cui curarsi, situazioni di incesto e poligamia, spose
bambine, omicidi tribali”. Ma proprio di fronte a tutto questo, i missionari non si
sono arresi – ha aggiunto mons. Chama – e hanno portato alla popolazione locale “la
Buona Novella del Regno di Dio, la speranza di vivere in modo dignitoso e sicuro”.
Il dramma della stregoneria
Tuttavia – ha sottolineato ancora il presule – anche
oggi lo Zambia deve affrontare molte difficoltà: “Abbiamo ancora casi di matrimoni
precoci, ritenuti addirittura, in alcuni casi, un elemento fondamentale della cultura
e del costume nazionale. Abbiamo ancora la schiavitù della poligamia, le accuse di
stregoneria e la caccia alle streghe che, purtroppo, possono portare all’uccisione
di persone innocenti”.
Allarme per i minori che non riescono a scolarizzarsi
E ancora, l’arcivescovo di Kasama ha ricordato che,
nel Paese, “tanti bambini non riescono ad andare a scuola a causa delle grandi distanze
e dalla mancanza di infrastrutture, mentre donne e ragazze vengono costrette a prostituirsi
per sbarcare il lunario”. Infine, nell’ambito dell’Anno giubilare, la Zccb auspica
una visita del cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione
dei Popoli, nel prossimo mese di novembre. (I.P.)
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