2016-08-18 12:25:00

Mons. Paglia: Papa 'accelera' vicinanza Chiesa a umanità ferita


Una riforma che renda sempre più capace la Chiesa di realizzare la sua missione di salvezza e di guarigione proprio là dove la vita degli individui è più minacciata dalle nuove culture della competizione e dello scarto. E’ questo il senso che Papa Francesco vuole dare al rinnovamento delle strutture ecclesiali, come si legge in un suo Chirografo pubblicato ieri. In questo contesto è giunta anche la nomina di mons. Vincenzo Paglia come presidente della Pontificia Accademia per la Vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. Sergio Centofanti lo ha intervistato:

R. – Io credo che con queste nomine il Papa abbia voluto determinare in maniera ormai più chiara il nuovo corso relativo alle conclusioni del Sinodo dei Vescovi, in particolare della “Amoris Laetitia”. Papa Francesco non solo offre un primo riassetto della Curia Romana, mostrando la prospettiva eminentemente pastorale nella quale lui si è posto; e in effetti anche nel chirografo, per quel che riguarda il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II e l’Accademia per la Vita, intende sviluppare l’aspetto più propriamente culturale e formativo del Sinodo dei Vescovi, e la nomina del prefetto del nuovo dicastero risponde a questa chiara prospettiva pastorale, scritta all’interno della Chiesa come popolo di Dio. E quindi, in qualche modo volendo far risaltare la dimensione familiare dell’intera realtà ecclesiale. E questa mi pare una prospettiva francamente molto interessante …

D. – Il Papa, nel Chirografo a lei indirizzato, dice che chinarsi sulle ferite dell’uomo per comprenderle e curarle è compito di una Chiesa fiduciosa nella forza di Cristo risorto …

R. – Il Papa vuole esortare sia chi vive nella immediatezza del contatto pastorale sia coloro che sono più a contatto con la cattedra, con lo studio, a trovare una nuova alleanza tra la pratica della vita pastorale e la riflessione teologica che si confronta con i nuovi orizzonti e le nuove prospettive o le nuove sfide che la società pone continuamente alla Chiesa e particolarmente acute all’inizio di questo nuovo millennio. Il Papa non vuole una pastorale cieca e neppure una teologia da tavolino. Vuole che tutta la Chiesa in tutte le sue componenti si chini sulla società contemporanea, perché la grazia e la misericordia del Signore risollevi, risani, aiuti e ci porti tutti in quell’itinerario verso la pienezza del Regno.

D. – Infatti, sempre nel Chirografo, il Papa chiede un approfondimento delle riflessioni su queste tematiche, iscrivendole sempre più chiaramente nell’orizzonte della misericordia …

R. – L’orizzonte della misericordia presiede questa sezione della riforma della Curia Romana. In questo senso, la convinzione che tutto converga non in una riflessione teorica, ma in quello che la Chiesa sostiene essere la “prima lex”, ossia la salvezza delle anime, la salvezza della gente, la salvezza delle famiglie, l’aiuto a questa società che spesso è davvero simile a quel campo di battaglia dentro il quale la Chiesa deve operare e far sentire la misericordia di Dio, con passione e continuità di impegno, affinché tutti, nessuno escluso, vengano raggiunti dall’amore di Dio, che è un amore che cambia e che salva.

D. – Come accoglie questa nomina del Papa?

R. – Con grande gratitudine. Il lavoro che ho fatto finora mi ha impegnato notevolmente sul versante della concretezza, dell’incontro con tante realtà ecclesiali, con tante Conferenze episcopali e comprendo questo desiderio del Papa come una sorta di accelerazione della vicinanza della Chiesa nel solcare le frontiere più delicate e che richiedono consapevolezza, audacia e anche un po’ di creatività.








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