2016-08-19 09:30:00

Al Meeting di Rimini l'accoglienza, la misericordia e Madre Teresa


Al via oggi il Meeting per l'amicizia tra i popoli di Rimini. Tema di quest’anno "Tu sei un bene per me". Centrale la riflessione sui valori della misericordia nell’anno del Giubileo e dell’accoglienza, con tanti ospiti e testimoni. L’edizione 2016 riserverà ampio spazio alla figura di Madre Teresa di Calcutta in vista dell’ormai vicina canonizzazione. Al microfono di Luca Collodi la presidente della Fondazione del Meeting, Emilia Guarnieri:

R. – Il titolo di quest’anno “Tu sei un bene per me” e il desiderio di poterlo dire a chiunque visiterà Meeting è proprio il riverbero di quella stessa infinita misericordia che Papa Francesco ci ha riproposto in questo Giubileo e da cui ci sentiamo veramente abbracciati.

D. – L’impegno dell’accoglienza diventa qualcosa demandato al privato della persona o diventa anche un atteggiamento sociale?

R. – Sicuramente il tema dell’accoglienza, dell’apertura all’altro – l’immigrato ma non soltanto – è una questione che parte dal cuore della persona, ma se non la facciamo diventare una modalità di costruzione sociale, civile e politica, direi anche economica, credo che siamo destinati alla morte, l’Europa è destinata alla morte, il nostro Paese è destinato alla morte, perché siamo nati esattamente sull’accoglienza. Se smarriamo questo, smarriamo la nostra identità di uomini.

D. – Una scommessa del Meeting di quest’anno è far capire com’è possibile guardare all’altro in un modo nuovo …

R. – In un momento di perdita dei valori, di dissoluzione dei legami, che cosa può convincere che una concezione di sé non egoistica ma aperta, larga sia più conveniente? Solo la testimonianza di un’altra persona, di altre persone che vivono così e che umanamente mostrano la convenienza di questo. Anche un gesto come il Meeting si giustifica ancora di più per la possibilità che offre di incontrare persone, di incontrare storie di terroristi e di parenti di vittime che si sono ri-incontrati; di incontrare carcerati che in Brasile vivono in un carcere aperto, di incontrare gente che vive in situazioni di persecuzione, di incontrare persone che, superando l’egoismo, tirano su imprese per favorire l’inserimento dei giovani … Credo che la testimonianza della positività umana di tutto questo possa essere qualcosa che smuove. Posso aggiungere la testimonianza di padre Trinchero, che è a Bangui, dove il Santo Padre è andato ad aprire la prima Porta Santa; la testimonianza di mons. Ballin, vicario dell’Arabia. Mi piace citare anche il Premio Nobel per la pace del 2015, il Quartetto tunisino, perché siamo riusciti ad avere anche loro. Poi avremo molti testimoni di accoglienza,  quindi avremo il sindaco di Lampedusa, la testimonianza di padre Lufti da Aleppo, se riesce a partire …

D. – Come sta cambiando il rapporto tra il Meeting e la politica?

R. – In questi 37 anni a oggi è tanto cambiata la politica! Il Meeting non ha mai avuto un rapporto particolare con la politica. Noi abbiamo sempre cercato il rapporto con le istituzioni, abbiamo sempre cercato persone da cui imparare a vivere, imparare a stare nel mondo, nella società e quindi anche nella politica. Quest’anno noi apriamo con un grande incontro dedicato proprio ai 70 anni della Repubblica con il presidente Mattarella. Quello che noi ci aspettiamo dal Capo di Stato è che ci documenti, ci testimoni che cosa vuol dire fare politica nel nostro Paese oggi, nelle condizioni in cui siamo.

D. – Una mostra riguarda Madre Teresa: “Vita, spiritualità e messaggio” …

R. – Sì, certo; tra l’altro con le sue reliquie, con il suo sari, con oggetti che le appartenevano e che sono già qui – e lo dico con grandissima emozione; e poi avremo l’incontro finale del Meeting che è dedicato proprio a Madre Teresa.








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