2016-08-19 10:31:00

Papa ad Assisi il 20 settembre. Sorrentino: un altro "pezzo" di pace


Grande gioia ad Assisi per l’annuncio che il Papa il prossimo 20 settembre si recherà di nuovo nella città umbra. L’occasione è importante: l’incontro conclusivo della Giornata mondiale di preghiera per la pace organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio sul tema “Sete di pace. Religioni e culture in dialogo”. Saranno presenti, tra gli altri, il Grande Imam dell'Università islamica di al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e il Primate anglicano Justin Welby. Ci sarà anche il Presidente della Repubblica italiana Mattarella. Un evento che arriva a 30 anni dalla storica Giornata di preghiera per la pace promossa da Giovanni Paolo II il 27 ottobre del 1986. Sergio Centofanti ne ha parlato con il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino:

R. – Sono passati 30 anni dalla grande iniziativa di San Giovanni Paolo II: mettere insieme tutte le voci delle religioni mondiali per un momento di preghiera innanzitutto e poi per una riflessione corale sul tema della pace. A 30 di distanza, quell’iniziativa si dimostra più che mai attuale; fu profetica e i tempi lo stanno dimostrando. Il fatto che Papa Francesco abbia deciso di venire, certamente, dà un valore aggiunto alla celebrazione di quest’anno che non vuole essere soltanto una commemorazione, un giubileo, ma vuole essere un contributo reale alla causa della pace nel nostro tempo.

D. - Il Papa stesso le ha comunicato per telefono che sarebbe venuto ad Assisi …

R. - Sì. Devo dire che ieri mi ha dato la gioia di una telefonata durante la quale mi ha comunicato questa decisione; avevamo auspicato la sua presenza, glielo avevamo chiesto da molto tempo. Ha sciolto le riserve e per noi è davvero un bel regalo che, a poco più di un mese dalla visita di qualche giorno fa alla Porziuncola, torni ad Assisi per quest’occasione così importante.

D. - Quali parole ha avuto il Papa per questo evento?

R. - Io gli ho detto un po’ quello che intendevo dire alla Diocesi e che ho comunicato anche attraverso il nostro sito. Mi ha detto che trovava le mie parole molto opportune; in qualche modo mi ha incoraggiato. Ho fatto una breve rilettura di quell’evento, ricordando che esso fu fin dall’inizio compreso come un evento di preghiera al di là, però, di ogni possibile equivoco di tipo relativista, di tipo sincretistico. È una preghiera alla quale i credenti di tutte le religioni mostrano la loro identità ma ponendosi in dialogo e in sinergia e al tempo stesso riflettono, in maniera corale, per dare il contributo delle fedi e - come si ricorderà per quanto fece Benedetto XVI nelle visita di cinque anni fa in un’occasione analoga - anche il contributo dell’umanesimo più aperto, solidale. È davvero l’ora di un messaggio forte che diamo al mondo perché si spezzi la spirale di ogni guerra e nasca un mondo più giusto, più fraterno, che sia realmente più in pace.

D. - Il Papa più volte parla di “Guerra Mondiale a pezzi” …

R. - È la verità, è sotto i nostri occhi e proprio perché è una guerra “a pezzi” è più difficile da sconfiggere. Al tempo stesso ci chiama ad un’opera di pace compiuta coralmente. Ognuno poi deve fare il suo “pezzo”. Anche la costruzione si fa "a pezzi", ma cercando di metterli insieme per un disegno corale.

D. - Una grande gioia per Assisi.  Il Papa sarà nella città di San Francesco per la terza volta nel suo Pontificato ..

R. - Se c’è un Papa che è di casa ad Assisi è proprio Papa Francesco. Tanti Papi sono passati per Assisi, ma lui è il primo Papa che ha preso il nome del nostro Santo. Sentiamo qui, come in tutta la Chiesa, che è di casa, ma qui direi che lo è doppiamente. È una grande gioia e un grazie veramente cordiale per questa sua scelta.








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