2016-08-20 13:28:00

Siria. Scontri curdi-lealisti a Hasakah, emergenza ad Aleppo


Si allargano in Siria gli scontri nella regione nord-orientale di Hasakah fra le truppe governative e le milizie curde dell’Ypg (Forze di difesa del popolo), considerate alleate dei curdi separatisti del Pkk che operano in Turchia. Ankara avverte: sì ad Assad in fase di passaggio, ma non nel futuro del Paese. Bombardamenti, inoltre, sono stati segnalati da Idlib, nel nord-ovest, fino a Daraya, alle porte di Damasco, mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani traccia un bilancio: oltre 100 morti nell’ultima settimana ad Aleppo. Roberta Barbi:

È un nuovo fronte di guerra, di fatto, in un Paese già tanto martoriato, quello che si è aperto negli ultimi giorni nell’estremo nord-est della Siria, ad Hasakah, controllata dalle forze curde dell’Ypg, sostenute dagli Stati Uniti, ritenute le più efficaci nella lotta al sedicente Stato islamico. Per due giorni consecutivi hanno denunciato bombardamenti compiuti nei dintorni della città dai governativi che in oltre cinque anni di conflitto finora avevano evitato di prendere di mira direttamente i curdi. “Damasco inizia a vedere i curdi come una minaccia”, tuona il governo di Ankara che promette di attivarsi, nei prossimi sei mesi in Siria, per evitare che il Paese venga diviso su basi etniche. La Turchia, infatti, considera i curdi siriani un pericoloso alleato dei separatisti curdi turchi, e proprio sul Pkk ricadono le accuse di Damasco di aver provocato le violenze degli ultimi giorni ad Hasakah.

Intanto la Russia, che due giorni fa si era detta disponibile a un cessate il fuoco di 48 ore ad Aleppo, ieri ha lanciato missili da crociera dalle sue navi nel Mediterraneo contro Aleppo dove – secondo una stima dell’Osservatorio siriano per i diritti umani – dall’inizio dell’escalation di violenza del 31 luglio, sarebbero 442 i civili uccisi, tra cui 97 minori, 108 i morti totali nell’ultima settimana. Sempre secondo l’Osservatorio, in poco meno di un anno l’intervento russo nel Paese avrebbe causato più morti dell’Is. Mosca, inoltre, nega di aver preso parte, la sera di giovedì scorso, ai combattimenti sul quartiere residenziale di al-Katerji, nella parte orientale della città, in cui sono morti 5 bambini e 3 adulti.

Proprio qui sarebbe stato girato il video sul piccolo Omran, 5 anni, la cui storia ha commosso il mondo. Il bimbo è stato miracolosamente estratto vivo dalle macerie della sua casa e soccorso e con ferite lievi nell’ospedale M10 dove resta il fratello maggiore in gravi condizioni. Proprio sulla parte orientale di Aleppo accende i riflettori l’Unicef, denunciando il peggioramento delle condizioni di accesso all’acqua potabile: almeno centomila i bambini a rischio malattie da acqua contaminata, mentre più di 8 milioni sono i bimbi che necessitano aiuti umanitari in Siria e nei Paesi limitrofi, oltre 300mila nati fuori come rifugiati.








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