I vescovi del Nicaragua esortano tutti i cittadini a votare liberamente secondo coscienza senza farsi condizionare da pressioni esterne alle prossime elezioni politiche fissate per il 6 novembre prossimo. In un messaggio diffuso lo scorso 22 agosto a Managua, al termine dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale incentrata sulla situazione del Paese alla vigilia del voto, in presuli esortano i credenti a prepararsi all’appuntamento elettorale con il necessario discernimento spirituale e nella preghiera.
Decidere in coscienza
“Votare – affermano – è un diritto e alla luce del
Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa un cattolico deve decidere in coscienza
se con la sua scelta sta collaborando alla costruzione di una società più giusta,
favorendo il bene comune di tutta la popolazione e contribuendo al rafforzamento del
sistema politico democratico e pluralista nel Paese”.
Non perdere la speranza
Riferendosi alle tensioni che hanno segnato il Paese
in questi mesi preelettorali e che rischiano di indebolire la credibilità e la competitività
del voto favorendo l’assenteismo, i presuli esortano i cittadini a un confronto pacifico
nel rispetto delle scelte di ciascuno, ma anche a non perdere la speranza. “Mantenere
viva la speranza – ammoniscono – non è incrociare le braccia, non è rassegnarsi, ma
è impegnarsi a vivere e testimoniare i valori del Vangelo nella storia”.
Il 6 ottobre, Giornata di preghiera e digiuno
per il Paese
Il messaggio si conclude quindi con un invito ai fedeli
a pregare in questo Anno della misericordia “per il presente e il futuro del Nicaragua”.
In particolare, i vescovi nicaraguensi esortano i fedeli a recitare il Rosario, soprattutto
nel mese di ottobre, per chiedere a Maria di accompagnare popolo nicaraguense. In
vista del voto, inoltre, i vescovi hanno indetto per il 6 ottobre una speciale “Giornata
di preghiera e digiuno”.
Le richieste dei vescovi a Ortega
In questi mesi, i presuli nicaraguensi hanno chiesto
a più riprese al capo dello Stato, Daniel Ortega, che si candida per la settima volta
alla guida del Paese, di impegnarsi per garantire un processo elettorale trasparente,
invocando, tra l’altro, la presenza di osservatori internazionali. (L.Z.)
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