2016-08-27 10:00:00

Il commento di don Sanfilippo al Vangelo della Domenica XXII T.O.


Nella 22.ma domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone  il Vangelo in cui Gesù è a pranzo a casa di uno dei capi dei farisei e nota come tutti cerchino i primi posti. Racconta quindi una parabola per esortare a mettersi all’ultimo posto:

“Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma:

“Chiunque s’innalza sarà umiliato e chi si umilia sarà innalzato”. Gesù ha pienamente vissuto questa verità nella sua carne. Pur essendo Figlio di Dio, glorioso e senza macchia, ha assunto liberamente la natura umana di creatura limitata, accettando di essere considerato un peccatore bisognoso del battesimo. Accusato, infine, come oppositore della Legge mosaica e nemico del Tempio, si sottopone alla condanna più atroce. Da questo atto di somma umiltà e di tenace amore, con la sua Risurrezione è scaturita la nostra salvezza: l’annuncio e il dono della Misericordia che distrugge la morte e ci trasforma in figli di Dio. L’ignominia del suo “ultimo posto” ha generato per noi la possibilità della primogenitura eterna. Tutto ciò che ci umilia ci salva, perciò il Signore desidera concedere, anche a noi, la capacità di “essere ultimi” confessando i nostri peccati, chiedendo perdono per primi, accettando incomprensioni e oltraggi senza pretendere giustizia e riconoscenza. Cristo può guarirci dalla superbia e dall’impazienza e donarci di vivere nascosti in Lui in questo mondo. Così, anche dalla nostra povertà può scaturire, la testimonianza che porta alla libertà coloro che l’accolgono. Già questa è beatitudine per chi attende la vita del mondo che verrà.








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