La Conferenza episcopale del Perù si schiera nettamente contro la contraccezione orale di emergenza (Aoe), conosciuta anche “pillola del giorno dopo”, in seguito alla decisione, temporanea del Tribunale di Lima di avviarne la consegna gratuita nei centri sanitari del Paese. “Rifiutiamo la misura cautelare emessa dal giudice della Prima Corte Costituzionale di Lima – scrivono i presuli in una nota ufficiale - perché è chiaro che il presunto bene da raggiungere con l'uso della pillola non è superiore alla vita del concepito”.
Ribadire il valore della vita umana, sin dal concepimento
Riaffermando, quindi, “il valore della vita umana”,
i presuli puntano il dito contro “le manipolazioni ideologiche” che mirano a ridefinire
i concetti relativi all'inizio della vita, al concepimento ed alla gravidanza. Dai
vescovi peruviani arriva anche il rammarico per il fatto che là dove “la tolleranza
viene evidenziata come un valore, si manifestano poi l’intolleranza e il pregiudizio
verso la partecipazione di sacerdoti, medici e avvocati cattolici in difesa della
vita e della famiglia i quali, pur basandosi su argomenti scientifici o legali”, vengono
accusati di “utilizzare solo argomenti di fede” e vengono “etichettati come fondamentalisti”.
Anche il nascituro è soggetto di diritto e va tutelato dalla legge
La Cep chiede, quindi, di “difendere la vita del nascituro
che, non avendo voce, deve essere protetta dalle leggi peruviane, come soggetto di
diritto”. Da ricordare che il 22 agosto, la Prima Corte Costituzionale di Lima ha
emesso una sentenza temporanea, lasciando 30 giorni di tempo al governo per distribuire,
gratuitamente, in tutte le strutture sanitarie statali, la così detta “pillola del
giorno dopo”. Ma questa decisione, sottolineano i vescovi, è contraria alla sentenza
del 2009 della Corte Costituzionale del Paese, che vieta allo Stato di distribuire
il farmaco per il suo potenziale abortivo. (I.P.)
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