2016-08-28 10:17:00

Pescara del Tronto: il dramma di chi ha perso tutto


Uno dei borghi più colpiti dal terremoto del 24 agosto è Pescara del Tronto, piccolissima frazione di 135 residenti che i vigili del fuoco credono diventerà un paese fantasma. Le persone sopravvissute, scortate dai soccorritori, si stanno recando in questi giorni davanti alle loro abitazioni disastrate per cercare di recuperare qualche oggetto di prima necessità. Il servizio da Pescara del Tronto di Veronica Di Benedetto Montaccini:

Pescara del Tronto è completamente rasa al suolo come se un carrarmato ci fosse passato sopra. In questa frazione collegata da una sola strada al resto del mondo ormai i vigili del fuoco hanno terminato il recupero dei corpi: 45 vittime. Dopo i funerali nella giornata di lutto nazionale, chi è sopravvissuto al terremoto vuole entrare nella "zona rossa" per recuperare gli oggetti più importanti o almeno vedere con i propri occhi la casa di una vita, anche se distrutta. Come la signora Luigina, 56 anni, con i suoi due figli che passavano ogni estate in questa cittadina:

R. – Qui abbiamo passato tanti anni, abbiamo passato le vacanze estive. Per tanti anni siamo venuti qui, perché è un luogo dove si sta bene, l’aria è buona, l’acqua è naturale. Poi ogni anno ci si ritrovava sempre con le stesse persone, quindi si erano create delle amicizie. Adesso vedo solamente desolazione, tante macerie. Questo mi rattrista veramente tanto. Per noi è stata una grande tragedia. Mi hanno detto che ci sono numerose crepe, il tetto si è rovinato, soprattutto la parte in alto a destra. Sicuramente non sarà più agibile, non ci si potrà più abitare. Quindi una parte della nostra vita finisce qui con questo terremoto: un tessuto sociale che se ne è andato e parte della nostra vita che si è frantumata, come si sono frantumati i cornicioni, i tetti, le pareti di queste case. Si è frantumata anche una parte di noi.

Si entra con il casco in uno scenario di guerra con macchine accartocciate e squarci aperti su camere da letto. Solo due quadri sono rimasti attaccati ad una parete di una casa. Ognuno qui ha perso un suo caro:

R. – I bambini, la piccola Giulia, Marisol - un anno e mezzo - e tante vittime giovanissime, quindi tanti piccoli, tanti angeli che adesso sono in Cielo. Ha colto tutti di sorpresa; questo terremoto non ha dato scampo. La nostra famiglia ha perso dei partenti - parenti fi mio marito -, tre zii e un cugino e poi gli amici di infanzia dei miei figli che passavano l’estate qui, insieme. Adesso li abbiamo persi … Sono in Cielo.

Vigili del fuoco, abitanti e volontari parlano di una futura città fantasma destinata a scomparire tra i detriti perché aveva più seconde case per le villeggiature che residenti disposti a rimanere.

R. - Qui durante l’inverno c’erano pochissime anime. Amatrice si riempiva d’estate; è il centro più importante. Questo è un centro piccolino di pochi abitanti. Non so come andrà a finire. Io spero che verrà ricostruito, perché per me costituisce una parte della mia storia, una parte importante. Sono tanto confusa, tanto triste e anche tanto impotente di fronte a queste cose. Mi rendo conto che l’uomo di fronte alle forze della natura non può nulla.

Luoghi importanti per chi è ancora vivo: per le oltre 200 persone salvate dai vigili del fuoco dopo il sisma.








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